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AILANO – La festa patronale funestata da manifesti e lettere di accuse : la verità del Consiglio Pastorale.

Negli ultimi giorni la nostra comunità è stata, suo malgrado, oggetto di alcune lettere, alcune firmate ed altre riportanti nomi fittizi e di un manifesto pubblico. Si è posto, in tal modo, l’attenzione sulle vicende delle vita religiosa e dell’organizzazione dei festeggiamenti civili in onore del nostro Santo Patrono, San Giovanni Apostolo ed Evangelista, con accuse velate e non, nei confronti del nostro vescovo, Mons. Valentino Di Cerbo, del parroco della nostra comunità, Don Nicola Pinelli, e dei Consigli Pastorali.

È doveroso fare chiarezza!

La discussione sull’organizzazione della festa in onore del santo patrono, è una vecchia questione, che di tanto in tanto si ripresenta. Già negli anni ‘80 fu oggetto di una lunga querelle tra il sindaco e il parroco, la quale riguardò, inoltre, la custodia degli ex voto del santo taumaturgo, per i quali si giunse a stabilire, mediante la Delibera di Consiglio Comunale n°48 dell’11/02/1984, che gli stessi venissero custoditi in una cassetta di sicurezza bancaria cointestata al sindaco e al parroco pro tempore. Nel periodo che va dal 1984 al 2001 il Sindaco e l’Amministrazione Comunale non hanno preso parte al comitato festeggiamenti in onore al santo patrono. Nel 2002 il nuovo parroco, don Nicola Pinelli, affidò l’organizzazione della festa patronale al Sindaco e agli Amministratori. Nel 2004, il comitato fu formato dal parroco, don Nicola Pinelli, presidente dei festeggiamenti, dal sindaco, Mario Lanzone, in rappresentanza dell’Amministrazione Comunale e da alcuni cittadini scelti su indicazione dello stesso Parroco, tra cui, per alcuni anni, anche l’attuale consigliere comunale Imbroglia Giovanni e, sino al 2009, il sindaco attualmente in carica Vincenzo Lanzone. Nel 2012, in seguito ad alcune critiche sorte riguardo alle scelte organizzative, don Nicola decise di affidare la festa solo all’Amministrazione. L’attuale diatriba nasce nella primavera del 2014, periodo strettamente antecedente alle elezioni comunali. L’Amministrazione Comunale allora in carica, organizzava la festa del Santo Patrono con la collaborazione di volontari. Alcuni cittadini, vicini alla minoranza consiliare, denunciarono che non fosse opportuno che l’amministrazione comunale organizzasse la festa patronale, aggiungendo che si rischiava di confondere la politica con l’aspetto religioso e richiamarono le Norme per le Feste Religiose emanate dalla Conferenza Episcopale Campana nel 2013, le quali prevedono che lo svolgimento dei festeggiamenti sia di competenza del Consiglio Pastorale. La situazione generò molte polemiche soprattutto sui social network e il vescovo, Mons. Valentino Di Cerbo comunicò ufficialmente, con una missiva del 21/06/2014, che, da tale data, la festa patronale sarebbe stata organizzata dal Consiglio Pastorale. A dicembre 2014, dunque, il nuovo comitato per i festeggiamenti in onore del santo patrono fu costituita dai componenti del Consiglio Pastorale, da don Nicola, quale presidente e dal sindaco, Vincenzo Lanzone, il quale aveva ottenuto, in via eccezionale, di farne parte. A febbraio 2015 l’Amministrazione Comunale avanzò la pretesa di organizzare la festa di San Giovanni Ap. ed Ev. e il Vescovo, con una lettera datata 04/03/2015, concesse loro una deroga alle Norme emanate dalla Conferenza Episcopale Campana, solo per l’anno 2015. Il Consiglio Pastorale che, con la collaborazione del sindaco Vincenzo Lanzone, stava organizzando la festa di maggio 2015, già in fase di trattativa con alcuni artisti e professionisti, fu costretto a disdire il tutto e di fatto fu esautorato ed estromesso. La commissione composta dall’Amministrazione Comunale e da alcuni cittadini ha operato a maggio e dicembre 2015. Da tale ricostruzione storica risulta ben evidente, quindi, che nessuna tradizione riconosce il diritto all’Amministrazione Comunale di organizzare i festeggiamenti in onore del santo patrono. Abbiamo dimostrato, attraverso tale disamina, che quanto affermato nella lettera del sindaco, Vincenzo Lanzone, pubblicata sul blog, ovvero: «[…] lasciando com’è sempre stato i festeggiamenti civili alle Autorità che rappresentano quella realtà[…]», non corrisponde alla realtà dei fatti. Non corrisponde a verità anche l’affermazione che in altre parrocchie non vengano osservate le norme emanate dalla Conferenza Episcopale Campana relativamente alle festività religiose. Riguardo ad un’altra asserzione del Sindaco: «[…] Un Vescovo dovrebbe avere premura di non consentire che il Parroco e il Consiglio Pastorale gestiscano somme di denaro e si distragga nell’organizzazione di festeggiamenti civili, piuttosto che nell’organizzazione del rito religioso e della diffusione della Parola e del Vangelo di Dio, lasciando pertanto com’è sempre stato i festeggiamenti civili alle Autorità che rappresentano quella realtà. Ma non è che il Vescovo è anche lui attratto da quel movimento di danaro, avendo come unica preoccupazione quella di assicurare che una parte dei soldi ricavati dalla Questua rimanga alla Chiesa?», non solo è offensiva per il pastore della nostra diocesi, della nostra parrocchia e per il Consiglio Pastorale, è, oltremodo, paradossale che sia affermato da chi non abbia ancora reso noto ed inoltrato al Parroco il rendiconto della festa di dicembre 2015. Non dimentichiamo, inoltre, i malcontenti generati in occasione della festività di dicembre, di cui i social network hanno prestato voce ai cittadini. Per quanto riguarda la scelta dei membri del Consiglio Pastorale, il nostro parroco è ligio al rispetto di quanto stabilito nello Statuto, scegliendo, così, persone di esempio attivo e costante nella fede e di rigore morale e che opera alacremente in parrocchia secondo le indicazioni del vescovo mediate dal parroco, conservando un carattere apolitico. Il bene si fa in silenzio il resto è palcoscenico!   (Il Consiglio Pastorale della Parrocchia San Giovanni Ap. e Ev., in Ailano)