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CARINARO – Dramma occupazione, chiude l’Indesit: 800 famiglie senza futuro

CARINARO — Chiuderà l’Indesit di Carinaro, nel Casertano. Resta ora da vedere cosa ne sarà dei circa 800 lavoratori. È quanto si è appreso al Ministero dello Sviluppo dove il piano industriale di Whirlpool, che il gruppo ha presentando ai sindacati, prevede la chiusura del punto produttivo del Casertano che era già stato svuotato di una parte delle linee di produzione e dove, come già detto, esiste ancora una forza lavoro pari a circa 800 unità. Ma il piano, nella sua interezza, prevede 1.350 esuberi in totale: 1.200 nelle fabbriche e 150 nei centri di ricerca, secondo quanto annunciato da Gianluca Ficco della Uilm nazionale.
«È singolare – dice – che su una vicenda di tale rilevanza il Governo nazionale abbia escluso la partecipazione delle Regioni». Allo stabilimento Indesit di Carinaro dopo «l’annuncio shock» della chiusura della fabbrica ad appena due anni dalla chiusura dell’altro insediamento gemello di Teverola che era costato quasi 200 esuberi i circa 800 dipendenti hanno bloccato la produzione dando vita ad uno sciopero immediato. Poi si sono riversati fuori dai cancelli dando luogo ad un primo presidio. «Costruiremo la reazione più tenace per rigettare questo piano e auspichiamo che il governo sia dalla nostra parte per far cambiare idea alla multinazionale Whirlpool» ha subito affermato il segretario generale della Uilm Campania, Giovanni Sgambati. Le Rsu di Caserta, che seguivano in streaming dallo stabilimento l’incontro in corso al Mise, hanno lasciato la sala per preparare una reazione immediata. «Whirlpool si assume la grande responsabilità di chiudere l’ultima realtà che ha nella storia del marchio Indesit» ha aggiunto Sgambati. «La cosa più grave è che chiude in un territorio già devastato come Caserta e di fatto smentisce quanto detto dall’azienda a febbraio sul mantenimento degli accordi in essere» ha aggiunto il dirigente sindacale. Gli operai della Indesit di Albacina (Ancona) hanno bloccato la Strada provinciale 256 Muccese e si stanno dirigendo verso la superstrada Ancona-Roma per protestare contro il piano da 1.350 esuberi in Italia presentato oggi dalla Whirlpool-Indesit al Mise. Al loro fianco c’è il sindaco di Fabriano Giancarlo Sagramola, del Pd. Indesit, prima dell’acquisizione, si era impegnata a non far ricorso a licenziamenti fino a tutto il 2018 e a investire 83 milioni nelle fabbriche italiane.
Il piano presentato oggi dalla multinazionale Usa riguarda le fabbriche del Gruppo, mentre per quanto riguarda i centri direzionali il confronto è rinviato a giugno prossimo. Di «vertenza Campania» parla intanto la Fiom. «A Carinaro – sostiene la sigla dei metalmeccanici della Cgil – sono più di 800 i lavoratori e le lavoratrici oggi occupati che si aggiungono alle migliaia di posti di lavoro già spazzati via. La Campania sta pagando un prezzo altissimo in termini di occupazione, siamo ormai alla desertificazione industriale di una delle più importanti regioni del Mezzogiorno. Non siamo più in presenza di singole vertenze ma di fronte a una vera e propria “vertenza Campania” su cui il Governo e la Regione devono dire cosa intendono fare e su cui chiediamo loro di intervenire immediatamente». Whirlpool, si fa notare, «si è limitata a illustrarci le linee guida del piano industriale. Il confronto sindacale, che sarà avviato lunedì prossimo dovrà costruire risposte per tutti i lavoratori e tutti i siti del gruppo. Per conquistarsi queste risposte e accompagnare il confronto, ancora una volta i lavoratori di Whirlpool dovranno mettere in campo iniziative e mobilitazioni». La Fiom «metterà al centro di questo confronto difficile con la multinazionale americana la difesa dell’occupazione e le prospettive industriali dei territori coinvolti e deciderà, come ha sempre fatto nel corso della difficile vertenza Indesit 2013, insieme ai lavoratori».

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