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TORA E PICCILLI – Scandalo autovelox, capo d’imputazione da completare: rinviata l’udienza preliminare

TORA E PICCILLI  –  Scandalo autovelox, i capi d’accusa contro alcuni indagati  devono essere integrati e completati. Questa la motivazione per la quale l’udienza di oggi è stata rinviata al prossimo giugno.  Davanti al giudice dieci persone, in pratica le due giunte dei due governi Mammoli. Prossimo dicembre il giudice stabilità se dovranno essere rinviati a giudizio oppure assolti. Gli indagati sono, oltre al sindaco Antonio Mammoli, Daniele De Cesare, Loris Esanti, Antonio Cardente, Maria Segrella, Eugenio De Filippis,  Francesco Lepore, Monia Giannandrea, Angelo Capuano e Raul Cairoli. Quasi la totalità degli amministratori comunali coinvolti nella vicenda sono difesi dall’avvocato Vincenzo Cortellessa. Per loro le accuse, a vario titolo, sono di abuso d’ufficio, falso e turbativo d’asta.  Fra i difensori degli indagati  anche l’avvocato Renato Jappelli.
I legali si mostrano sicuri di riuscire a scardinare l’impianto accusatorio e dimostrare l’estraneità dei loro assistiti. Autovelox col trucco: secondo questa ipotesi investigativa, più di 200 persone, tra cui sindaci, assessori e comandanti delle Polizie municipali, sono indagate nel Casertano nell’ambito di un’operazione dei carabinieri di Capua e della Polizia stradale di Caserta in esecuzione di un decreto di sequestro preventivo della Procura di Santa Maria Capua Vetere. Le indagini hanno avuto per oggetto il rilevamento delle infrazioni, evidenziando un sistema che secondo gli investigatori “rappresentava un modo di facile, ingiusto e rilevante profitto”. Ora per molti degli indagati, entro pochi mesi, si deciderà sul destino processuale. Intanto, sulla vicenda, la Corte dei Conti punta l’indice contro l’ex giunta di Antonio Mammoli e chiede agli ex amministratori comunali del comune di Tora e Piccilli, oltre 700mila euro. La somma – che dovrebbe essere versata nelle casse del comune – sarebbe il danno erariale prodotto da quella giunta. Fa paura, però, la Corte dei Conti che chiede – agli indagati, a vario titolo,  di “rimettere” nelle casse del comune di Tora e Piccilli circa  700mila euro a copertura del danno erariale.

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