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CELLOLE – Il mistero della banca che smarrisce le cambiali del cliente: un’azienda deposita titoli per 35 mila euro, ma dopo settimane sono “scomparse”

CELLOLE –  È più o meno come se un sacerdote, al momento della comunione, non trovasse più le ostie benedette. O se un chirurgo, nel bel mezzo dell’intervento, perdesse il bisturi. Insomma, quasi un paradosso. Perché nell’immaginario collettivo le banche rappresentano da sempre una garanzia di sicurezza, servono a mettere “al sicuro” il denaro e i beni preziosi. O almeno così dovrebbe essere. E mai come in questo caso il condizionale è d’obbligo: Eppure, qualche settimana fa, nel Casertano, è accaduto proprio che una banca smarrisse le cambiali che erano state depositate da un cliente per ottenere lo sconto cambiario. Peraltro, non una banca qualsiasi: si tratta infatti di uno tra i più importanti e prestigiosi istituti di credito del Mezzogiorno. Ma partiamo dal principio. Lo scorso 12 marzo, il direttore della filiale di Cellole del Banco di Napoli si è presentato alla locale stazione dei carabinieri per rappresentare quanto gli aveva comunicato un paio di settimane prima – e cioè il 25 febbraio – con una mail, l’ufficio portafoglio: appunto, lo smarrimento di ben tredici cambiali, per complessivi 32.500 euro, “mai pervenute all’ufficio competente per la lavorazione”. E, a distanza di quasi trenta giorni, quei titoli – provenienti da almeno otto debitori diversi, e con un importo che varia dai mille ai cinquemila euro – non sono stati ancora rinvenuti. Sicché, alla fine, il direttore si era deciso a denunciarne ufficialmente lo smarrimento, elencandoli uno ad uno, e specificando importo e debitore. Ad effettuare l’operazione di sconto cambiario (attraverso il quale l’istituto di credito provvede ad anticipare il corrispettivo economico al cliente), era stato Antonio Picascia, amministratore delegato della Cleprin, un’azienda di detergenti di Sessa Aurunca. «Quando ci hanno chiamato per avvertirci – racconta Picascia – abbiamo quasi pensato a uno scherzo: perché ci pareva assurdo che una banca potesse smarrire delle cambiali. Ed invece, è stato proprio così. E ancora oggi, a distanza di un mese, non sono riusciti a venire a capo della questione: non si sa nemmeno, con precisione, a chi debba essere addebitata la responsabilità dello smarrimento. Anche se, a quanto pare, dovrebbe essersi verificato a Napoli». L’unica cosa certa, allo stato, è che i danni provocati dalla vicenda rischiano di finire in carico all’azienda: «In questo momento – sottolinea l’amministratore delegato della Cleprin – noi non abbiamo in mano alcun titolo esecutivo che ci possa cautelare rispetto ai crediti che vantiamo. In pratica, se qualcuno dei nostri debitori, per una ragione qualunque, decidesse di non onorare il pagamento, non riusciremmo a farlo protestare. Di fatto, siamo costretti ad affidarci al loro buon cuore». Ma non si potrebbe chiedere la riemissione delle cambiali smarrite? «Non è così semplice – spiega Picascia – perché per ottenere la riemissione, serve un procedimento giudiziario: dev’essere un giudice ad autorizzarla. E stiamo parlando di ben tredici titoli, di importo variabile, e di almeno otto debitori diversi. Ci costerebbe tanto tempo e soldi. E per alcuni di questi titoli, forse non ne varrebbe la pena: addirittura, finiremmo per rimetterci». Insomma, una storia che sembra quasi impossibile per quanto sia paradossale. E che tuttavia è accaduta.  (CorrieredelMezzogiorno – Pietro Falco).

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