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SPARANISE – Palazzetto dello Sport: storia di un monopolio familiare. Benefattori o furbi?

SPARANISE – Fare sport, praticare sport è cosa buona giusta, perciò tutti dovrebbero avere accesso alle strutture sportive. Lo sport deve essere inclusivo e non monopolio. La storia del Palazzetto dell sport di Sparanise, centro nel cuore dell’Agro Caleno, si intreccia con la storia di una famiglia che da decenni monopolizza il Volley e le strutture sportive del paese.
Chi paga le spese elettriche, idriche e di manutenzione?

E’ beneficienza pura, come alcuni affermano, oppure c’è tanto guadagno?
Questo monopolio ha prodotto buoni frutti per la comunità, oppure è stata una cappa per la crescita del paese?
La speranza è che i Commissari sappiano fare luce anche su questa vicenda, per Come possa un’unica famiglia controllare attività sportive, direttamente o indirettamente, di rilievo è la storia che stiamo per raccontarvi  partendo da lontano.  Nel 2005, su metà del terreno confiscato alla camorra in via Calvi,  l’amministrazione provinciale e l’amministrazione comunale posero la prima pietra del nuovo istituto per ragionieri  Galileo Galilei  che non poteva avere  più sede in via delle armi bianche in quanto datato e danneggiato dal terremoto. Unico neo del modernissimo e all’avanguardia era ed è la mancanza di una palestra per le attività ginniche nella nuova sede e rimaneva a disposizione degli alunni la palestra presente nella vecchia sede. Nel 2013 l’amministrazione provinciale diretta da Zinzi lanciò con apposita delibera la possibilità di costruire una tensostruttura per la scuola di via Calvi. Su segnalazione del dirigente scolastico e su sua richiesta nel 2014 il rimanente terreno confiscato alla camorra fu messo a disposizione in toto per arricchire l’istituto e con le due villette presenti su quel terreno renderlo disponibile a mo’ di campus. Ma succede che nel 2013 la pallavolo, per motivi di sicurezza della struttura e di omessa manutenzione, viene sfrattata dal palazzetto dello sport e la famiglia Monfreda, magna pars della gestione familiare di questo sport, resta fuori dalle attività con la società citata per danni. Ma niente paura, l’amore per lo sport li mette in contatto con la provincia che gestisce la palestra della ex ragioneria diventandone in effetti affidataria e isolando e riducendo tutti le altre società a mere comparse e inutili presenze. Ma il pericolo incombe: potrebbero costruire una nuova struttura a via Calvi che aperta tutto il giorno sottrarrebbe ai gestori la materia prima ovvero i giovani. Ma niente paura arriva Martiello, imparentato con i Monfreda e Fabio Monfreda, consigliere comunale e facente parte della famiglia in quanto fratello di quella Rosanna, commercialista storica della pallavolo, e di Massimo Monfreda allenatore di pallavolo e professore di attività motorie presso il ragioneria. Un colpo di spugna: revoca della delibera di concessione alla scuola e destinazione ad altri fumosi e vuoti piani.
Quanto è costata alla pallavolo la gestione della palestra dell’ex ragioneria?
Quanto l’ammontare di bollette di acqua luce e gas?
A carico di chi sono state poste?
Hanno utilizzato inavvertitamente anche altri locali che non avevano in uso?
Sono state fatturate le quote versate dalle famiglie dei ragazzi e le relative spese?
In poche parole questi “benefattori” quanto hanno incassato?
Oppure dopo 20 anni di gestione personalistica sono in perdita?
Ma una cosa è certa. A fronte delle pochissime migliaia di euro concordate, a ristoro dei danni procurati per omissione e trascuratezza al palazzetto,  con l’amministrazione Martiello, Monfreda i cittadini pagheranno un mutuo per 900.000 euro nei prossimi 30 anni con i Monfreda  che con rapide piroette e giri convenzionali si sono riappropriati del palazzetto in via esclusiva rimesso in sesto per la pallavolo. Vorremmo leggere le convenzioni sull’uso della struttura. Ci stanno? Sono state mai perfezionate?
Intanto il terreno confiscato alla camorra langue nell’abbandono in attesa anche della crescita di cetrioli, rape e cavoli… E i commissari che cosa fanno? Stanno a guardare oppure affronteranno la questione per porre fine al monopolio monfrediano?  Ai cittadini serve la vostra voce, servono le vostre azioni, serve la presenza concreta dello Stato.

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