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VAIRANO PATENORA – Omicidio Casparrino, il pm: confermere le condanne

VAIRANO PATENORA – Il processo di appello per l’omicidio di Bartolomeo Casparrino è partito ieri. Il pubblico Ministero ha chiesto la conferma di tutte le condanne espresse già dai giudici in primo grado.
Respinte le richieste dei difensori che puntavano, invece, ad una revisione del processo di primo grado.
La senteza arriverà entro il prossimo quinbdici maggio; prima di quella data ci sarà la discussione della parte civile – rappresentata dall’avvocato Vincenzo Cortellessa – e delle difese degli imputati.

La sentenza di primo grado
Dura la sentenza di primo grado: due imputati condannati all’ergastolo, per altri due complici pena di nove anni. Soddisfatte le parti civili per la sentenza  che riconosce anche 200mila euro di danno (come acconto). Dopo tre anni da quelal terribile notte, quindi, i giudici del tribunale di Santa Maria Capua Vetere scrivono un primo importante capitolo nella vicenda per la morte di Bartolomeo Casparrino.  Ergastolo per Uretru Eduard Razvan e Trinca Romolus l’ergastolo  a cui il giudici infligge anche l’isolamento diurno per due mesi. Condanna a dodici anni di carcere   per Alexandru Onofreiciuc e  Nicoleta Stefan, nove anni di carcere  per Ciurea Alexandru. Assoluzione per Ionel Sandu. La sentenza della corte di Assise composta dal giudice Corinna Forte e dal presidente Elvira Capecelato ha anche accordato un risarcimento (a titolo di acconto) di 200mila euro in favore della parte civile rappresentata da Lucia Daniele, anziana madre della vittima. La parte civile, attraverso l’avvocato Vincenzo Cortellessa e la publica accusa, rappresentata dalla dottoressa Persico, al termine dell’udienza, hanno manifestato piena soddisfazione per la decisione assunta dal tribunale.

L’orrendo delitto
Secondo la ricostruzione fatta dai periti durante il processo ,  Bartolomeo Casparrino  fu ucciso per soffocamento, probabilmente con un cuscino pressato sul viso. Per legarlo e immobilizzarlo intervennero almeno due persone.  L’uomo lottò e tentò disperatamente di difendersi. Fu picchiato e maltrattato. L’agonia durò fra i quattro e sei minuti.  Ad uccidere Bartolomeo Gasparrino, quindi, è  stata una banda di rumeni, specializzata in furti in appartamento. Il gruppo avrebbe operato avvalendosi  della complicità di una badante  – sempre proveniente dall’est europeo –  che avrebbe fornito importanti informazioni sulla casa dell’uomo.  L’uomo viveva con l’anziana madre in una modesta abitazione a poche centinaia di metri dalla scuola elementare dove da 27 anni faceva il bidello. I malviventi si ntrodussero nell’abitazione calandosi da una botola che consente l’accesso al tetto e si sono diretti nella stanza occupata dell’uomo.

L’appello
Il tribunale di Napoli dovrà pronunciarsi sulla  sentenza di primo grado: due imputati condannati all’ergastolo, per altri due complici pena di nove anni. Soddisfatte le parti civili per la sentenza  che riconosce anche 200mila euro di danno (come acconto). Dopo tre anni da quella terribile notte, quindi, i giudici del tribunale di Santa Maria  scrivono un primo importante capitolo nella vicenda per la morte di Casparrino. Ora tocca all’appello.

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