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SAN CIPRIANO D’AVERSA – Omicidio Diana: condannati i responsabili di quel lontano 11 febbraio ’89

San Cipriano d’Aversa – Arrivata la condannata per i responsabili della morte del vigile urbano, Giovanni Diana. Ieri è stato emessa la sentenza: il gup Luisa Toscano ha condannato a 30 anni Raffaele Diana e Giuseppe Caterino; inflitti poi 16 anni di reclusione per Antonio Basco, Francesco Mauriello e Pasquale Spierto; 10 anni ai collaboratori di giustizia Antonio Iovine e Cipriano D’Alessandro. Sono stati tutti giudicati con il rito abbreviato.Con il rito ordinario è stato giudicato il boss Francesco Schiavone detto “Sandokan”, accusato di essere il mandante del delitto, avvenuto nell’ambito della guerra alla fine degli anni ’80 che contrapponeva il suo gruppo alla famiglia Bardellino.

Antonio Diana fu ucciso nel 1989 da un commando che lo colpì con almeno 10 proiettili in parti vitali del corpo. Addirittura sulla scena del delitto le forze dell’ordine trovarono 9 bossoli calibro 12.

Iovine, all’epoca, si accusò dell’omicidio del vigile ucciso mentre era in servizio l’11 febbraio 1989, nei pressi del Municipio di San Cipriano d’Aversa, perché aveva fatto da “specchiettista” per l’omicidio di Michele Russo, legato al gruppo di cui faceva parte Iovine, capeggiato da Francesco “Sandokan” Schiavone. “Decidemmo di uccidere il vigile – racconta il capoclan – quando cadde un aereo (alle Azzorre) diretto verso Santo Domingo e furono ritrovati dei documenti, ed erano i documenti del vigile urbano”, ricordò Iovine. Il pentito spiegò inoltre di aver chiesto al fratello Giuseppe, anch’egli vigile urbano, i turni di servizio e di aver così saputo che Diana il giorno scelto per l’agguato era a lavoro.

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