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PIETRAMELARA/RIARDO – Monopolio Gas, scarcerati i Mauriello e Gliottone

PIETRAMELARA – Tentavano di imporre il monopolio della vendita del gas attraverso una serie di minacce, utilizzandfo anche il metodo mafioso. Queste le accuse contro cinque persone che finirono in carcere qualche mese fa.
Ieri, pubblico ministero ha scarcerato quattro delle persone coinvolte nell’inchiesta concedendo loro la quasi totale libertà. Unico vincolo è l’obbligo di dimora nel comune di residenza. Tornano quindi a casa Leopoldo e Giovanni Mauriello. Resta ancora in carcere, invece, Giuseppe Cantile.
Secondo l’accusa per imporre il monopolio dei loro prodotti (gas in bombole) non avrebbero esitato a minacciare e intimidire alcune ditte rivali. Le cinque persone indagate, invece, avrebbero respinto ogni accusa mossa dalla Procura. Gli imprenditori Leopoldo e Giovanni  Mauriello avrebbero cercato di convincere i giudici della loro estraneità rispetto alle contestazioni formuale.  Fra i difensori dei cinque indagati anche l’avvocato Vincenzo Cortellessa.  Nell’inchiesta sono finiti Giuseppe Cantile, Leopoldo Mauriello, titolare  della  ditta  individuale Mauriello Petroli Group, Giovanni Mauriello, Alfredo Caiamano e Antonio Gliottone. Alcuni mesi fa un piccolo imprenditore della zona fu aggredito nelle campgane fra Vairano Patenora e Pietramelara. Sei tu il proprietario del gas”? Poi tante bastonate fino a lasciarlo svenuto al suolo.  Vittima dell’agguato fu  Francesco Miele, 25 anni di Pietramelara che venne pestato a sangue. In precedenza la vettura guidata dalla moglie dell’imnprenditore era stata spinta fuori strada da due dei cinque arrestati. La donna, in quell’occasione, era incinta. ”Nel febbraio del 2012 – dice – mentre ero in auto con mia nipote di 12 anni, di ritorno da Presenzano, fui affiancata da un’altra auto, in cui vi erano Cantile e Mauriello, che mi spinse fuori strada; finii nella scarpata.
A seguito dell’impatto non ho subito lesioni ma ho accusato un forte dolore alla pancia essendo in stato interessante”. ”Alcuni mesi dopo – continua la donna – vennero a casa nostra e dissero a mio marito: ‘Dovete chiudere l’attivita’ perchè‚ non ci avete chiesto il permesso altrimenti vi facciamo saltare in aria, noi ti abbiamo avvertito”.  Un foglio di carta A4 con tutti i nomi dei comuni dove nessun concorrente doveva mettere piedi.  Così chi voleva iniziare una nuova attività poteva sceggliere fra alcuni comuni del basso Molise e basso Lazio. Ma tutto l’Alto Casertano – dal Montemaggiore fino a tutto il Matese – no.
Tutte accuse che gli indagati hanno sempre respinto in maniera decisa senza esitazione, ritenendo ogni cosa, frutto di un preciso disegno.

Riardo. Gliottone torna libero (con obbligo di dimora nel comune di residenza)

Intimidazioni e minacce aggravate dal metodo mafioso, i pubblico ministero scarcera Antonio Gliottone. L’uomo – operaio della ditta Mauriello – è stato coinvolto, alcuni mesi fa, nell’inchiesta condotta dai carabinieri di Vairano e Pietramelara che portò alla carcerazione di cinque persone. Gliottone, da ieri, è ritornato in libertà con l’unico obblido di non lasciare il paese di residenza.  Secondo l’accusa anche i dipendenti dell’azienda Mauriello partecipavano attivamente alle azioni intimidatorie. L’indagine ha consentito di accertare come il titolare di una ditta di distribuzione di gpl in bombole, unitamente agli altri indagati, imponesse con l’utilizzo del metodo mafioso, il proprio monopolio nei comuni dell’alto casertano, impedendo alle altre ditte del settore di consegnare le loro forniture. Sono state, inoltre documentate le ripetute vessazioni perpetrate anche attraverso l’uso della violenza sui venditori al dettaglio di gpl, costretti a rifornirsi in maniera esclusiva presso quell’esercizio commerciale ad un prezzo imposto, favorendo, in tal modo, il citato sodalizio criminale.
Gliottone, come gli altri indagati nell’intera vicenda si è difeso strenuamente affermando di essere completamente estraneo ai fatti. I legali di Gliottone hanno fatto notare che l’indagato è semplicimente un operaio.  Fra i difensori dei cinque indagati anche l’avvocato Vincenzo Cortellessa e Renato Iappelli.

 

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un commento

  1. VOGLIO VEDERE SE PIU’ TARDI VADO A RUBARE UN PACCHETTO DI CARAMELLE OPPURE UNA GALLINA FRA QUANTI ANNI MI CACCERANNO… E QUESTI INVECE PER ASSOCIAZIONE A DELINQUERE, LESIONI, MINACCE E AFFILIAZIONE CAMORRISTICA SI FANNO 4 GIORNI DI CARCERE E POI ESCONO PURE CONI CONTRIBUTI PAGATI… MAH…