IL MERIDIONE DEPREDATO DAL GOVERNO MELONI: ZINZI, CERRETO, CANGIANO, PETRENGA E TUTTI GLI ALTRI MUTI E FELICI

L’ultimo atto di una politica anti Meridionale è il decreto che sequestra, in barba alla tanto decantata autonomia, il Fondo per le politiche di sviluppo e coesione (Fsc). Fondi destinati esclusivamente al Mezzogiorno che il governo ha deciso di centralizzare, tagliando fuori i Comuni. Poi, come se non bastasse, in manovra di bilancio non ci sono le coperture, che pure erano state promesse dal ministro Fitto, per i progetti definanziati dal Pnrr per la manutenzione e la cura del territorio e le infrastrutture sociali. L’intento del governo è quello di usare i fondi di sviluppo e coesione come sostitutivi dei fondi Pnrr producendo un ulteriore scippo di risorse al mezzogiorno. Tutto, nel silenzio – vergognoso – dei nostri rappresentanti parlamentari.  Muti come pesci, anzi felici e soddisfatti davanti allo scippo continuo di risorse e di futuro a danno dei giovani del Meridione.
Come possono restare indifferenti davanti allo scippo che il Sud sta subendo dal governo Meloni?
Come possono sostenere un’azione fortemente dannosa per gli interessi della loro terra?
Se mettiamo in fila le misure approvate da questo primo anno di governo di Giorgia Meloni, nonostante la flotta di parlamentari meridionali eletti in maggioranza, non è difficile dedurre che ci troviamo di fronte ad una maggioranza che lavora contro il sud e le aree interne. Prima il progetto dell’Autonomia differenziata, che trasferirà alle Regioni materie come scuola, politiche energetiche e, ulteriormente, la sanità, senza definire i livelli essenziali di prestazione e aumentando le differenze sociali ed economiche che già esistono nel Paese.
Probabilmente a questi parlamentari interessa solo la loro poltrona, il loro status, nulla, invece, interessa del Meridione e dei giovani che ogni anno sono costretti a lasciare il proprio paese per andare a lavorare al Nord o all’estero.