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SESSA AURUNCA – Statale Appia, una trappola perenne

SESSA AURUNCA (Alfredo Bovenzi) – Statale Appia impercorribile. Probabile il ricorso alla carta bollata. Esplode la polemica. Attraversare in auto il tratto dell’importante statale che va da Cascano al bivio per Cellole-Baia Domizia non è mai stato agevole; ma, da qualche tempo, questa cosa è diventata assolutamente impossibile se non distruggendo ammortizzatori, gomme e cerchioni. Sta facendo, infatti, la fortuna dei soli meccanici e gommisti questa strana situazione; da cui è quasi impensabile uscire senza doversi necessariamente far ricorso alle cure di questi artigiani. Ma la cosa che rende ancora più strana, se non proprio unica, questa circostanza è che in questo caso non si può parlare nemmeno di stato di abbandono o di noncuranza. Sono, infatti, in corso lavori di ristrutturazione dell’intera zona che prevedono la creazione di una bretella che permetterà al grande traffico – e perciò ai grandi automezzi – di bypassare il pericolosissimo tornante di Sant’Agata, che tanti autotreni ha visto ribaltati nel tempo; ma forse è proprio questo il problema. Le squadrette che stanno lavorando allo scopo, insomma, tanto prese dal loro dovere, stanno  trascurando le condizioni di viabilità del tratto di strada attigua; che magari sarà risistemato a lavoro ultimato. E’ accaduto perciò che, nel frattempo, la già impossibile percorribilità del tratto di strada, in seguito all’utilizzo dei pesanti mezzi necessari ai lavori in corso è ulteriormente peggiorata; mentre piccole le buche e vari dissestamenti del vecchio asfalto si sono trasformati in veri e propri crateri che, resi invisibili dal buio o dall’acqua che li copre in caso di pioggia, diventano un vero incubo per le autovetture in transito. Gli automobilisti inferociti promettono battaglie a suon di carta bollata per farsi risarcire tutti i danni riportati dai loro automezzi, in ragione di questa piccola noncuranza. E, infatti, di piccola negligenza trattasi, visto che il tutto si può risolvere con una mezza giornata di un paio di operai e qualche chilo di asfalto necessario a coprire – anche alla meglio, in attesa della definitiva risistemazione – quei veri e propri crateri che attualmente non possono far altro che arrecare un esclusivo danno.

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