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SANT’ANGELO D’ALIFE – Sos assistenza verso bambini diversamente abili, dal Tar nuova bocciatura per l’istituto “Falcone”

SANT’ANGELO D’ALIFE/PIEDIMONTE MATESE – Se è vero che tre indizi fanno una prova, in alcuni casi, ne bastano anche soltanto due per farne una inconfutabile: la dirigenza (e strette collaboratrici annesse) dell’Istituto Autonomo Comprensivo “Giovanni Falcone” quando si tratta di bambini “affetti da patologie” riesce nell’impresa di far solo brutta figura. Non bastasse il caso Raviele,  di cui abbiamo riportato proprio ieri la sentenza, per la seconda volta nel giro di pochi giorni, l’ottava sezione del Tribunale Amministrativo della Campania infligge un’alta stoccata alla dirigenza scolastica dell’istituto “Falcone”. I giudici del Tar hanno infatti accolto la domanda di sospensione – avanzata dai genitori di una minore – dell’esecuzione del provvedimento prot. n. 271 del 31-1-2014 ai fini della revisione del monte ore di sostegno. All’alunna santangiolese – va precisato – vennero sottratte senza una logica – almeno apparente – ben 12 ore di sostegno dalle 24 in un primo momento assegnate. Leggendo attentamente la sentenza, poi, emergono dettagli che la dicono lunga sul modo di gestire bimbi “affetti da patologie” da parte della dirigenza. Quando i magistrati scrivono che “l’amministrazione intimata avrà cura di depositare agli atti del giudizio (prima udienza fissata per il 22.10.14 n.d.r.) l’ultima versione aggiornata del Piano Educativo Individualizzato entro il termine di giorni quaranta a decorrere dalla comunicazione della presente”, tratteggiano i contorni di una specifica modalità di comportamento da parte della dirigenza (o chi per essa) che definire a tinte fosche è forse fin troppo riduttivo. Una condotta degna della più bieca epopea scolastica staliniana, per intenderci. Il dubbio – neanche troppo amletico – viene spontaneo: bisogna necessariamente arrivare al punto in cui deve essere un tribunale ad “invitare” chi di dovere a fornire ai genitori di una alunna una documentazione formalmente e legittimamente avanzata? A pensarci su, tuttavia, un dubbio – questo sì, molto amletico – pur sovviene. Ammesso anche che qualche  stretta collaboratrice della dirigente non sia poi così sensibile alla tematica dei diversamente abili, come può proprio la dottoressa Maria Elisabetta Ricciardelli, anche lei diversamente abile, essere così poco attenta a tale problematica? Il dubbio, amletico o non amletico, purtroppo resta. Così come resta questa nuova drammatica pagina nel cammino di un istituto chiamato ora come ora a cambiare registro. E l’ironia c’entra poco. Perché due sonore bocciature nel giro di pochi giorni nei confronti di una scuola sono una vera vergogna. Oltre che un poco simpatico ossimoro. (fm)

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3 commenti

  1. E’ mai possibile che non venga inviato un ispettore a questa scuola? e a questa preside si permette ,come si legge nella sentenza RAVIELE,di assegnare un OSA (operatore assistenziale) a chi ha bisogno di un insegnante? e si permette di non rispettare la legge sull’accesso agli atti alle famiglie? e non si preparano i PEI (progetti educativi individualizzati) obbligatori utilizzando non si sa come i docenti di sostegno a disposizione.E il provveditore,la corte dei conti ecc. cosa fanno?

  2. Da mamma di una bambina diversabile resto sconvolta… Questa gente dirige una scuola??? Ma ce ne rendiamo conto??? E i danni chi li paga alle famiglie e ai bambini???

  3. Mi auguro che alla fine di questa vicenda questa pseudo-dirigente possa essere sollevata dall’incarico atteso che percepirà anche un lauto stipendio per cui un pò di spending review non guasta!!!