RIARDO – Blitz dei carabinieri del NAS in località Pantani. Una grossa azienda agricola, gestita da un imprenditore molto conosciuto in paese (attivo anche nella politica locale), finisce sotto sequestro. Secondo l’accusa avrebbe utilizzato un particolare tipo di vaccino contro la brucellosi. Un vaccino che è consentito solo rispettando ristrettissimi parametri. In primis il vaccino contro la brucellosi, secondo le regole, andrebbe somministrato solo a bufale in giovanissima età. Se il vaccino, invece, viene iniettato ad un animale adulto allora questo potrebbe nascondere la presenza di Brucella (il batterio che poi da origine alla brucellosi). Quindi il sistema di controllo ipotizza che chi utilizza tale metodo lo fa, per coprire una probabile infezione. Infatti la somministrazione del vaccino in animale adulto, infettato dalla Brucella, non lo guarisce ma impedisce solo al test dei veterinari di rivelare l’infezione. Per questa ragione, ieri, i carabinieri del Nas, su ordine della Procura di Santa Maria Capua Vetere, hanno apposto i sigilli all’azienda riardese.
La brucellosi colpisce principalmente gli animali, causando mastite bovina e aborto. Può colpire ccidentalmente l’uomo (antropozoonosi), causando diverse forme morbose, conosciute sotto vari nomi, come febbre maltese, febbre mediterranea, febbre ondulante, febbre napoletana, febbre di Cipro, febbre di Gibilterra, setticemia di Bruce. Tutte le infezioni nell’uomo sono conseguenti all’esposizione ad animali infetti e principalmente all’ingestione di latte e latticini contaminati e non pastorizzati (processo di risanamento termico applicato ad alcuni alimenti allo scopo di minimizzare i rischi per la salute dovuti a microrganismi patogeni sensibili al calore quali la brucelle). Il vaccino RB51 contiene proprio il virus della brucella. Sono sempre più numerosi gli allevamenti finiti sotto sequestro perché ritenuti responsabili di utilizzare un ingegnoso e illegale sistema di mascheramento della brucellosi ai danni della salute pubblica e del consumatore. I controlli hanno evidenziato, infatti, che i capi di bestiame sequestrati erano stati sottoposti alla somministrazione di dosi massicce di vaccino, servito ad occultare la presenza della malattia infettiva durante i controlli sanitari. Tale “accorgimento” fraudolento era ovviamente finalizzato ad evitare l’abbattimento dell’animale infetto, come invece previsto dal programma europeo di eradicazione della brucellosi proprio al fine di eliminare il rischio di infezione. Conseguenza dell’espediente utilizzato dagli allevatori è stato il passaggio del batterio vivo della brucella dall’animale al latte prodotto, con evidente pericolo di contaminazione anche per il consumatore. A tal proposito, peraltro, per evitare inutili allarmismi, occorre subito precisare che la brucellosi normalmente viene eliminata con la pastorizzazione del latte. Non può sottacersi, tuttavia, che il sistema criminale smascherato dalla forze dell’ordine ha favorito la permanenza del batterio negli allevamenti e negli altri luoghi di lavorazione del latte infetto, con conseguente pericolo di contaminazione per gli operatori che manipolano il latte prima della pastorizzazione.
LE ACCUSE – Quando viene scoperto un caso del genere, in generale, secondo il codice penale i gestori dei 4 allevamenti saranno giudicati per commercio di sostanze alimentari nocive, cosa che potrebbe costargli dai 6 mesi ai 3 anni di reclusione; somministrazione di medicinali pericolosi per la salute pubblica, con possibile reclusione fino ai 2 anni; possibile diffusione di una malattia pericolosa all’economia rurale e forestale, ossia il vero e proprio morbo della brucellosi la cui eventuale condanna prevederebbe la reclusione fino a 5 anni.
ma forse l’articolo parla dell’azienda agricola in via S.Pasquale vicino alla Forestale solo lì c’è qualcuno di cui fa parte attiva nella politica locale, perchè giù ai Pantani non c’è nessuno che fa attivamente politica locale.
PER CORVO10: Se abbiamo scritto Riardo significa Riardo zona Pantani e non Pietramelara vicino San Pasquale. Quanta pazienza che ci vuole! 🙂