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VAIRANO PATENORA – Cava Pizzomonte, Italia Nostra lancia l’allarme: valutare vincolo archeologico e paesaggistico

VAIRANO PATENORA – “Dal Web attraverso i link https://www.paesenews.it/?p=258950      https://www.paesenews.it/?p=29822  si è appreso che di recente il Comune di Vairano Patenora avrebbe in qualche modo autorizzato, o forse avviata procedura autorizzativa, per consentire nuovo inizio della coltivazione della cava di calcare in Località Pizzomonte. In merito si rappresenta che se, come sembrebbe, questa località Pizzomonte sia la stessa culminante nel Pizzo La Guardia sito all’estremo occidentale del Monte S. Angelo o Montauro di Vairano, la ripresa dell’attività di cava potrebbe apportare rilevanti irreversibili danni ai beni culturali e monumentali vincolati ed in particolare.
A monte della cava già gradonata e piantumata sono ben evidenti le mura megalitiche di IV sec. a. C. di una città sannitica dotata di acropoli. La cava potrebbe raggiungere e distruggere il grande braccio occidentale delle mura. che sono una testimonianza importantissima della città che il Prof. A. La Regina ha identificato con Austicula. Le mura sono visibili da grande distanza e ogni caso la cava deturperebbe il paesaggio storico, rilevante perché contesto paesaggistico della monumentale testimonianza sannitica; distruggerebbe inoltre il sentiero antico che sale all’accesso occidentale.
Paesaggio di rilevanza storica: ai piedi dell’estremo occidentale del rilievo Pizzomonte La Guardia è la località Patanara, nella quale in Età Carolingia si accampò per circa un anno l’imperatore Ludovico II, calato in armi per combattere i Saraceni, ivi accolse una delegazione di vescovi meridionali. Inoltre il nome Pizzo la Guardia indica postazioni tardoantiche e il nome Pizzo S. Angelo designa un romitorio altomedievale, Paesaggio rilevante anche perché retrostante lo storico edificio denominato <Taverna Catena >, originariamente antica taverna dell’Ottocento, è stato sottoposto a vincolo e tutelato ai sensi dell’art. 2 della legge 1089 del 1939 mediante provvedimento del Ministro Segretario di Stato per la Pubblica Istruzione del 7 aprile 1967, in quanto scenario di evento di rilevanza nazionale, ovvero lo storico incontro tra Garibaldi e Vittorio Emanuele II. Paesaggio rilevante e tutelato ai sensi della Legge Galasso sia perché soggetto ad usi civici, sia perché l’area superiore della cava è stata anni addietro terrazzata e piantumata con alberi attecchiti sicché la ripresa della coltivazione distruggerebbe un’area riqualificata e rimboscata. PER QUESTI MOTIVI si invitano gli enti in indirizzo a vigilare con acribia ed efficacia ad evitare pregiudizi al patrimonio monumentale, archeologico, paesaggistico, storico”.
Questo il documento inviato dalla sezione di Caserta di Italia Nostra al Soprintendente BAPS-Caserta, al segretario Regionale MIBAC- Napoli, al direttore Generale MIBAC-Roma, al Comandante Carabinieri Forestali Caserta, al capo del Genio Civile Caserta, al responsabile Cave Miniere Regione Campania.

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