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TEANO – Omicidio Mollicone, il figlio del maresciallo parla ai giudici

TEANO – Finora, nel processo, non sembrano essere emerse prove capaci di inchiodare qualcuno degli imputati, nessuna prova concreta del delitto nella caserma, nessuna prova concreta che ad uccidere la sfortunata ragazza sia stato qualcuno dei Mottola, come sostenuto dalla Procura. Scrivere questa sentenza sarà davvero difficilissimo. Il rischio è che Serena, in ogni caso, resti senza giustizia.
“Non sono stato io ad uccidere Serena Mollicone, non l’ho mai incontrata nella caserma dei Carabinieri di Arce. Ci siamo conosciuti in terza media e ci siamo frequentati nella stessa comitiva, fino ai sedici anni”. Questa, in sintesi, la difesa dell’imputato Marco Mottola, accusato dell’omicidio della ragazza insieme al padre, Franco, allora comandante dei carabinieri della caserma di Arce. Alla sbarra anche la mamma di Marco e ad altri due carabinieri all’epoca in servizio nella Caserma di Arce. Nella prossima udienza Marco Mottola sarà interrogato dalla pubblica accusa. Secondo la Procura, invece, sarebbe stato proprio lui ad aggredirla in caserma ed a farla sbattere con la testa contro la porta. Una ferita che, poi, causò la morte di Serena.  Il processo si avvia verso la sentenza di primo grado. Si tenta di fare luce sulla morte di una ragazza rimasta senza giustizia per circa 20 anni.

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