RIARDO – Demagogia (al normale dibattito politico si sostituisce una propaganda esclusivamente lusingatrice delle aspirazioni economiche e sociali delle masse, allo scopo di mantenere o conquistare il potere) e retorica (un atteggiamento dello scrivere o del parlare, o anche dell’agire, improntato a una vana e artificiosa ricerca dell’effetto con manifestazioni di ostentata adesione ai più banali luoghi comuni): sono i due elementi (a dire il vero gli unici) caratterizzanti il documento sottoscritto da Giancarmine Zanna e dal suo comitato promotore.
Se ogni candidato a sindaco, se ogni aspirante consigliere comunale rispettasse una decima parte delle promesse fatte durante la campagna elettorale; se ogni singolo candidato riuscisse a comportarsi (almeno per metà) come predicato prima di essere eletto, allora il mondo sarebbe talmente perfetto e bello da sembrare utopico.
Purtroppo, invece, fra il dire e il fare c’è sempre di mezzo il mare. Così mentre in campagna elettorale si parla di trasparenza, poi, nella pratica si finisce per essere autentici censori; se in campagna elettorale si parla di porte aperte in comune, poi si finisce con le porte blindate. Se durante la sfida elettorale si parla di inclusione, in pratica poi si finisce sempre per trasfromarsi in casta. Basta dare un’occhiata al lunghissimo documento (che invece Zanna definisce: queste brevi riflessioni) per capire di essere al cospetto di un uomo che non vuole solo fare il sindaco: lui cerca anche la beatificazione. E per raggiungere il suo traguardo Zanna condisce il documento di tante belle intenzioni chiamando in causa giovani, famiglie, anziani, diversamente abili, malati.
“La LEGALITÀ’ sarà la sorgente di ogni nostro atto politico. La TRASPARENZA e la PARTECIPAZIONE dei cittadini alla vita del nostro paese dovranno farci recuperare quello spirito di fraternità e di familiarità che, purtroppo, da alcuni anni abbiamo smarrito. Il COMUNE dovrà essere veramente la CASA di TUTTI”.
Ma la “bontà”, la voglia di fare di Zanna e del suo comitato promotore sembrano essere (almeno sulla carta) sconfinate tanto che assicurano: “Chi sta davanti deve dare una mano al più debole, ed io mi farò garante di questo processo”.
Da uomo di chiesa (pardon, da uomo molto vicino alla chiesa) Zanna chiama in causa Don Lorenzo Milani, poi valica i confine nazionali ed europei per arrivare negli Stati Uniti per riprendere la frase del presidente Kennedy, adattandola alle proprie esigenze: “Non chiederti cosa RIARDO può fare per te, ma cosa TU puoi fare per RIARDO”.
Dopo la lettura e la rilettura del manifesto (che in realtà è una chiamata alle “armi” per gli uomini di “buona volontà, quelli in terrà, chiaramente) tanti cittadini riardesi si stanno chiedendo: troppo bello per essere vero, oppure troppo banale per essere credibile?
Sì, perché un conto è indicare astrattamente traguardi (idilliaci) da raggiungere, altra cosa è, invece, indicare i dettagli delle azioni per raggiungerli.
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