Sessa Aurunca – Ospedale San Rocco ad un passo dalla paralisi

Sessa Aurunca – (di Tommasina Casale) – Ospedale di Sessa Aurunca sull’orlo della paralisi per il licenziamento di 12 medici precari. La questione dei dodici medici dei reparti di cardiologia, radiologia e medicina si sta incancrenendo giorno dopo giorno. A questi medici il prossimo 31 dicembre scadrà il contratto a tempo determinato. L’asl, come ha già fatto con molti dipendenti, ha deciso di non far alcun rinnovo, ma vuole costringere  i medici del nosocomio sessano ad interrompere il rapporto per firmare un altro contratto di solo otto mesi. È naturale che i medici si sentono indiscriminati nei confronti di loro colleghi di altre strutture e non intendono firmare alcun contratto ex novo, ma pretendono il rinnovo di quello esistente. Infatti, si sono rivolti ai loro legali. Dall’Asl cercano di mascherare adducendo la motivazione che non vi è alcun licenziamento. In effetti non vi è licenziamento immediato ma, con questo nuovo contratto il licenziamento ci sarà alla scadenza senza possibilità alcuna di rinnovo.  Il dramma si sta verificando anche per le ferie maturate di questi medici. Ferie che dovrebbero consumare prima della scadenza del contratto, ma alcuni primari, per esigenze di lavoro, sono costretti, sulla loro pelle, a non concederle. Primari che si trovano davanti ad un bivio, o rispettare la legge e autorizzare i medici a consumare le ferie maturate per non incombere poi in provvedimenti, o non interrompere le attività sanitarie e rifiutare di concederle. Ma i primari si trovano anche nella difficoltà di pianificare il lavoro e da un momento all’altro si potrebbero trovare senza personale medico con una interruzione forzata delle attività sanitarie nei reparti suindicati. Una situazione drammatica che sta ormai diventando un tira e molla tra i precari e l’Asl e gli unici a rimetterci effettivamente sono malati. L’ospedale di Sessa Aurunca da anni cerca solo di sopravvivere, quando dovrebbe avere l’attenzione massima dai vertici provinciali e regionali essendo un ospedale di frontiera. Ma da anni l’unica attenzione avuta pare essere solo quella di trovare la maniera meno traumatica possibile per eliminarlo.