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PIETRAMELARA – NUOVO PUC, DE PONTE SCRIVE A LEONARDO: ECCO TUTTE LE ANOMALIE

PIETRAMELARA – Il nuovo PUC (lo strumento di sviluppo urbanistico) che l’amministrazione comunale guidata dal sindaco Luigi Leonardo sta per adottare presenta diverse anomalie. Il consigliere di opposizione, Andrea De Ponte, scrive alla fascia tricolore proprio per mettere a nudo una serie di problematiche legate al nuovo PUC.  Il nuovo Puc non riflette le esigenze della collettività, la procedura attuata non rispetta i dettami delle norme. Sono questi i due punti principali sui quali  il consigliere comunale Andrea De Ponte, fonda la bocciatura dell’iter procedurale relativo all’approvazione del nuovo Piano Urbanistico Comunale di Pietramelara.

“Le anomalie riscontrate riguardano varie zone individuate dal PUC come omogenee e precisamente:

zone agricole.  In tali zone, dove in regione Campania vige ancora la LR 14/82, sono state stravolte completamente le tipologie individuate dal vecchio PRG e adottate nuove norme “restrittive” al fine di vietare completamente la edificazione.
Le nuove norme prevedono la possibilità di realizzazione di nuove costruzioni (per l’uso abitativo dell’imprenditore agricolo) in misura a dir poco limitativa, infatti gli indici adottati prevedono la introduzione del lotto minimo, che potrebbe sembrare un elemento qualificante, ma dalla lettura delle NTA si apprende che per i terreni usualmente presenti sul territorio comunale (vigneti, oliveti o seminativi) occorrono almeno 5 Ha sui quali oltretutto è concesso la possibilità di realizzare 30-40 mq di abitazione (con la ulteriore limitazione che la superficie minima abitativa non potrà essere inferiore a 160 mq). Art.56 eie 2.
Da ciò, se bisogna rispettare quanto normato, l’imprenditore agricolo non può realizzare un’abitazione inferiore a 160 mq, e quindi per le esigenze abitative dell’agricoltore occorrono minimo 20 Ha ( tradotto 60 moggi di terreno). !!!???
Ciò sembra più un voler indirizzare anche gli imprenditori agricoli a realizzare in zone urbane su lotti di proprietà di pochi fortunati.

Ex zone di espansione (lottizzazioni)
in tali zone, si è verificato un dato a dir poco vario e complesso. Le aree lottizzate (ex zone C del PRG) sono l’area Aprovitola, l’area D’Agostino e l’area Sessa. Per la prima (Aprovitola) sembra che sia andato tutto per il meglio, una parte diviene addirittura assimilata alla “B” (insediamenti urbani recenti) e la restante insediamenti urbani incompleti (meglio non si poteva).
Per la seconda (D’Agostino), parte assimilata alla “B” (insediamenti urbani recenti) parte insediamenti urbani incompleti e una piccola parte zona di futura programmazione ???? (praticamente lotti su cui si potrà solo piantare cereali e mais).
Ma il meglio lo si è visto sulla lottizzazione Sessa, dove inspiegabilmente compaiono una serie di novità. Alcuni lotti sono di intervento diretto (praticamente i proprietari possono realizzare fabbricati senza alcun vincolo), altri lotti sono assoggettati ad un piano di attuazione (cioè per realizzare bisogna fare un piano di lottizzazione nella lottizzazione), e per la restante parte (la fetta più cospicua di lotti) viene identificata tutta inspiegabilmente zona di futura programmazione ????. praticamente i proprietari della lottizzazione che hanno fatto un investimento importante in termini economici, dovranno vedersi defraudati di tutta la potenzialità edificatoria dei lotti esistenti in attesa di chissà quale evento provvidenziale che potrà restituirgli ciò che oggi è già un loro diritto.
Ancora più misterioso è il criterio utilizzato per individuare quali lotti sono edificabili in modo diretto, quali a seguito di un piano attuativo e quali non lo sono più ( o lo è??). Aree per le attrezzature di interesse comune (ex zone F). Le zone di interesse comune, come tutte le zone, vengono normate dalla L.1444 del 1968 ed individuate quali “parti del territorio destinate ad attrezzature ed impianti di interesse generale”. È ben chiara la destinazione prevista per interesse generale fissata dalla L. 1444/68, ed infatti il PUC adottato, pur modificando il titolo della zona, denominandolo ATS (ambiti di trasformazione Servizi) individua una serie di ambiti dove espressamente vengono previsti interventi di opere pubbliche. Perlopiù le aree per servizi confermano le stesse già previste dal PRG, salvo le solite eccezioni. Le ATS individuate sono in totale 16, ma per tre di questi stranamente viene consentito la realizzazione di volumi residenziali con intervento diretto del privato. Le zone indicate sono l’ATS 11 di proprietà privata (zona “C” non lottizzata del PRG), l’ATS 15 di proprietà privata (zona “B” nel PRG) e l’ATS 16 di proprietà privata (zona “B” nel PRG). Solo però per l’ATS 11 si genera un vantaggio in quanto le altre ATS nel PRG erano zone “B” con intervento diretto, oggi si vedono declassate a zone ATS con intervento convenzionato (mah!!!!).

 AMBITI URBANI (zone edificabili del vecchio PRG)
Gli ambiti urbani sembrano essere stati individuati rispettando le aree già urbanizzate del territorio, senza però aver generato delle eccezioni.
Infatti dall’analisi della distribuzione delle zone individuate quali insediamenti urbani, viene naturale chiedersi i motivi per cui alcune zone (via Mancini, viale Italia, via Prov.le per Baia) beneficiano di un salto di categoria da agricolo a insediamento urbano senza però (anche in questo caso), rendere chiare e trasparenti le scelte.
Lungo queste direttrici urbanizzate, si trovano delle zone border line che acquisiscono il diritto edificatorio ed altre, con caratteristiche morfologiche certamente più meritevoli, vengono invece trascurate. Altre addirittura vengono saltate anche se sul vigente PRG risultano zona “B”.

Zone produttive
Per le zone “D” PIP e commerciali si è verificato quanto già evidenziato per le altre zone, infatti si vedono posizionate zone produttive in zone ex agricole e estrapolate zone che prima erano individuate come PIP. Per la zona PIP via Mancini, lungo la stessa strada  una zona viene conservata PIP, la stessa di fronte invece agricola … come se un lato della strada è a vocazione artigianale e quello di fronte agricolo (mah???)
Poi come operato su tutto il PUC, troviamo delle aree, dove sono allocati impianti artigianali, che vengono giustamente individuati per tale destinazione e poi stranamente altre zone dove sono presenti artigiani dello stesso tipo che vengono scavalcati (???) Perché???
Insomma non sarebbe stato più ovvio e corretto studiare una norma che potesse rispecchiare l’attuale situazione (non era questo che era stato detto nell’unica riunione che abbiamo fatto come consiglieri comunali???) cercando in tal modo di preservare quelle poche attività che ancora riescono a sopravvivere e dare lavoro a famiglie di Pietramelara?
Ricapitolando, il piano urbanistico comunale, secondo quanto fissato dalla L.R.16/2004 individua all’art.2
Obiettivi della pianificazione territoriale e urbanistica. 1. La pianificazione territoriale e urbanistica persegue i seguenti obiettivi:
a) promozione dell’uso razionale e dello sviluppo ordinato del territorio urbano ed extraurbano mediante il minimo consumo di suolo;
b) salvaguardia della sicurezza degli insediamenti umani dai fattori di rischio idrogeologico, sismico e vulcanico;
c)  tutela dell’integrità fisica e dell’identità culturale del territorio attraverso la valorizzazione delle risorse paesistico-ambientali e storico-culturali, la conservazione degli ecosistemi, la riqualificazione dei tessuti insediativi esistenti e il recupero dei siti compromessi;
d) miglioramento della salubrità e della vivibilità dei centri abitati;

  1. e) potenziamento dello sviluppo economico regionale e locale;

la tutela e sviluppo del paesaggio agricolo e delle attività produttive connesse;
sembra invece che gli obiettivi individuati dalla legislazione vigente vengono completamente disattesi, infatti nel PUC adottato troviamo delle nuove zone edificabili a discapito delle zone a servizi per la collettività, zone lottizzate che divengono inedificabili, zone non lottizzate che acquisiscono il diritto edificatorio, zone “B” che passano a zone a servizi, addirittura zone agricole che divengono urbanizzate.
Insomma un piano che più che salvaguardare la sicurezza degli insediamenti sembra che salvaguardi interessi di alcuni a danno di altri.
Pertanto chiedo che vengano prese in considerazione le mie osservazioni e che si possa in questa fase modificare in meglio la proposta della Giunta Comunale.

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2 commenti

  1. Condivido le osservazioni; però attenzione a presentarle in tempo e secondo le procedure previste. O.G.

  2. Condivido perfettamente la preoccupazione di Orlando Gallo . Il tipo di osservazione che leggiamo riguarda il sistema generale di piano e, come sanno tutti i tecnici appena istruiti, non può più essere presentata. Oggi – purtroppo per molti e per fortuna per pochi – siamo fuori limite di fase per una contestazione di sistema; in sostanza già siamo nella fase in cui sono ammesse le sole osservazioni “individuali” dei singoli proprietari i quali possono parlare solo per danni subiti da loro stessi. Le contestazioni “di impianto” si potevano fare (e non sono state fatte) solo prima dell’adozione del Puc come prevede l’art. 7 del regolamento di attuazione della legge regionale n. 16/04. Perché questo ritardo ? … Brutta e strana dimenticanza prima, inutile e ridondante parolaio, poi!