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ROCCAMONFINA – Fondazione Nicola Amore, il coraggio di Montefusco e le minacce di De Filippo

ROCCAMONFINA (di Antonio Migliozzi) – La Fondazione Nicola Amore scuote ancora la maggioranza e alimenta la polemica in paese. Il consigliere di maggioranza, Vittorio De Filippo, minaccia il sindaco attraverso una lettera aperta con la quale lascerebbe intendere che il governo locale potrebbe cadere al prossimo bilancio di previsione, accusando Montefusco di aver poco coraggio  e di fare della paura la propria ragione vita.
De Filippo – che finora, probabilmente, aveva lavorato nell’ombra – ora esce allo scoperto e mostra il suo vero ruolo all’interno del gruppo di maggioranza che governa Roccamonfina. Si sente lui il leader e lo vuole affermare ad ogni costo.  Lo fa attaccando, duramente, Carlo Montefusco da lui stesso fortemente sostenuto durante la vittoriosa campagna elettorale. L’attacco sferrato da De Filippo riguarda la mancata cancellazione da parte del sindaco del Cda della Fondazione guidata da Emma Petrillo. Ma perché il sindaco ha deciso di non cancellare il direttivo e di integrarlo, invece, con un suo componente – Valeria Zarli – in sostituzione del dimissionario Franco Di Pippo?
Molto probabilmente Montefusco ha realizzato che la strada intrapresa era sbagliata soprattutto sotto il profilo giuridico e che la forte opposizione tecnica messa in campo dalla Fondazione avrebbe potuto creare problemi giudiziari alla fascia tricolore. Così Montefusco si sarebbe fermato, coraggiosamente. Sì, coraggiosamente. Perché serve del coraggio per capire che si sta commettendo un errore e per fermarsi in tempo. Non è coraggioso invece, ma è solo arrogante, chi pensa di portare a termine una battaglia, seppur sbagliata, solo per scopi o rivincite personali. De Filippo – nella vita imprenditore, capace negli ultimi tempi di monopolizzare (quasi) i lavori in paese  – è una figura che da tempo allunga la sua ombra nella vita politica e amministrativa di Roccamonfina. Segretario cittadino della sezione Udeur, divenne vice sindaco nel secondo governo a guida Letizia Tari; è stato il principale promotore della lista “La Primavera Roccana” che ha eletto poi Montefusco. E’ ritenuto il regista del “matrimonio” fra Carlo Montefusco e Gennaro Oliviero. Un matrimonio sapientemente sfruttato da Ludovico Feole che ora appare sempre più ancora di salvezza per un Montefusco in evidente affanno, capace di dimostrare coraggio giusto, nel momento giusto.

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