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foto di repertorio

CALVI RISORTA – L’antica Cales liberata dalle discariche. Passo importante verso il rilancio

Calvi Risorta – L’antica Cales liberata dalle discariche grazie al protocollo Terra dei Fuochi e all’azione dei volontari. Lo scorso lunedì, ventuno luglio, sono iniziate le operazioni di prelievo dei pneumatici da anni abbandonati nell’area archeologica di Cales, antica colonia romana nella Provincia di Caserta, risalente al IV secolo a.C.. L’intervento si svolge nell’ambito delle attività rese possibili dal Protocollo Terra dei Fuochi tra Ministero dell’Ambiente ed Ecopneus, di cui sono firmatari l’incaricato del Ministro dell’Interno per la Terra dei Fuochi, Dr. Donato Cafagna, le Prefetture di Napoli e Caserta, i Comuni di Napoli e Caserta. Le operazioni sono condotte dal Corpo dei Vigili del Fuoco del Comando Provinciale di Caserta. I pneumatici usati prelevati nell’area saranno poi trasferiti ad aziende autorizzate, per le successive fasi di trattamento.
L’azione si è concentrata particolarmente nel torrente che scorre sotto il ponte delle monache; un punto in cui negli anni sono stati sversati centinaia e centinaia di pneumatici usati e altri tipi di rifiuti. L’azione di bonifica nasce da una idea e dalla determinazione di un gruppo di volontari – Rete Archeocales, composta da alcune associazioni del territorio e semplici cittadini – che da tempo punta alla tutela e al rilancio dell’immenso patrimonio archeologico del paese. Tutti i dettagli dell’intervento saranno al centro di una confernza stampa, prevista per questa mattina, a cui interverranno Donato Cafagna, Incaricato del Ministro dell’Interno per la Terra dei Fuochi; Giovanni Corbetta, Direttore Generale di Ecopneus; Rosa D’Eliseo, Comandante Provinciale Vigili del Fuoco di Caserta; Antonio Salerno, Funzionario Archeologo, Soprintendenza Archeologica della Campania; Giovanni Marrocco, Sindaco di Calvi Risorta. Con il contributo inoltre di Enti e forze sociali tra cui ARPA Campania, Luca Barbaro della Rete
ArcheoCales e Michele Buonomo, Presidente di Legambiente Campania. L’antica Cales rappresenta un tesoro inestimabile, ricchezze – purtroppo – per lunghi anni abbandonate nel degrado, facile preda di ladri d’arte e non solo. Pochi mesi fa il crollo delle terme di San Leo, antiche strutture vinte dal forte vento e che per giorni sferzò la zona. Qualche anno prima era crollato un tratto delle antiche mura che proteggevano la città lungo il Rio Lanzi. L’antica Cales, fu, dal 334 a.C. colonia romana, preposta a funzioni di controllo della zona ai confini settentrionali della Campania antica, nel territorio degli Ausoni. Tra le più cospicue testimonianze sopravvissute, tutte di età romana c’è l’Anfiteatro, risalente al I secolo a.C. con successive fasi di età imperiale; il complesso delle Terme centrali, anch’esso degli inizi del I secolo a.C., e quello delle Terme settentrionali, databili al II secolo d.C. Il ponte delle Monache è stato ricavato scavando nel tufo grigio e ancora oggi collega l’area della città antica con la campagna a sud. Il ponte largo poco più di tre metri è attraversato da un fossato nel quale scorre il “Rio Pezza Secca”; un corso d’acqua che poco dopo confluisce nel “Rio del Lanzi”. La rimozione dell’enorme discarica di pneumatici rappresenta un importante passo in avanti verso il rilancio dell’Antica Cales, anche se molto ancora resta da fare.

 

 

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