Cellole / Sessa Aurunca – Ha raccontato fatti avvenuti 8 anni fa con una precisione estrema e in scioltezza, quasi come fossero accaduti da qualche giorno. Poi rispondendo alle domande dello stesso giudice e degli avvocati delle parti, avrebbe mostrato qualche contraddizione. E’ accaduto oggi durante l’udienza del processo a carico di un gruppo di persone accusate di usura.
Sul banco dei testimoni è salito un uomo che otto anni fa era presente all’incontro fra uno degli imputati – Alfieri – e una delle vittime, Del Canto. “Alfieri chiedeva a Del Canto di pagare delel fatture. Il commerciante rispondeva che non vi erano fatture da pagare. Non ho sentito alcuna minaccia rivolta verso Del Canto”. Questo, in estrema sintesi, il racconto fornito dal testimone. Si tornerà in aula il prossimo mese di aprile per ascoltare altri testimoni e altri imputati.
La vicenda:
Tutto nell’ambito del processo a carico di sei imputi residenti fra Sessa Aurunca, Cellole, Casal di Principe, Castel di Sangro, Quarto, Bacoli e Sulmona. E’ stata la coraggiosa denuncia di un commerciante ad innescare l’indagine che ha condotto al processo a carico di sei imputati accusati di usura ed estorsione aggravata dalla metodologia mafiosa. Tre le vittime, tutti commercianti di Cellole e Baia Domizia. I fatti avvenuti tra il 2013 ed il 2016. Sul banco degli imputati Achille Sauchella, 60 anni di Cellole; Giancarlo Alfiero; 57enne di Casal di Principe; Nicola Campanile, 52enne di Bacoli; Michele Casolare, 60enne di Quarto; Riccardo Di Rosa, 55enne di Castel di Sangro; Maurizio Di Rosa, 37enne di Sulmona. Secondo la Procura di Santa Maria Capua Vetere, approfittando dello stato di indigenza delle loro vittime riscuotevano dalle stesse, somme precedentemente prestate, con tassi usurari pari al 50% da corrispondere entro un mese con l’applicazione di una mora per ogni mese di ritardo pari a 2000 euro. La riscossione del quantum dovuto era resa più credibile dagli indagati in particolare da Giancarlo Alfiero con riferimento alle particolari modalità di recupero crediti in voga a Casal di Principe e care ai clan camorristici con tanto di minaccia di gambizzazione o di incendi dolosi delle attività commerciali. Gli accertamenti investigativi sono nati a seguito di una denuncia sporta da uno degli imprenditori vittima degli imputati – Marco Del Canto – di Cellole grazie alla quale sono state ricostruite ulteriori condotte estorsive ai danni di altri due imprenditori locali, Giorgio Nardella e Luigi Gentile. L’imprenditore raccontò agli inquirenti che nei mesi di febbraio e marzo 2016 ricevette la ‘visita’ di Giancarlo Alfiero presso la propria attività commerciale per riscuotere un debito pari a 20.000 euro e che se non avesse saldato il quantum dovuto sarebbe stato gambizzato ed avrebbe assistito all’incendio della propria attività. Le minacce venivano perpetrate da Alfiero facendo leva sulla modalità camorrista del recupero del credito del clan dei Casalesi. Lo stesso Alfiero malmenando l’imprenditore già affetto da precarie condizioni di salute ed in concorso con Nicola Campanile e Michele Casolare riuscivano a farsi consegnare le chiavi dell’attività con evidente danno economico per lo stesso. Gli stessi imputati si erano resi responsabili delle medesime condotte estorsive ed usurarie ai danni degli altri due imprenditori. Difatti Achille Sauchella, Riccardo Di Rosa, Maurizio Di Rosa in concorso tra di loro Sauchella quale intermediario e Maurizio e Riccardo Di Rosa quali finanziatori approfittando dello stato di bisogno di Gentile si facevano promettere e parzialmente restituire interessi di carattere usuraio. Su un prestito di 2500 euro venne richiesta la somma di 5000 euro omnicomprensiva degli interessi da versare entro un mese dalla richiesta. Sulla somma di 2000 euro venne richiesta una somma raddoppiata (4000 euro) entro un mese. In una occasione Sauchella all’imprenditore, titolare di un esercizio commerciale di generi alimentari, impose, la tassa di 2000 euro di interessi per ogni mese di ritardo nei pagamenti.