Fa parte dei Disturbi Ossessivo Compulsivi classificati all’interno del Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali. (DSM-5), è un disturbo caratterizzato da ossessioni e compulsioni che diventano invalidanti, in quanto causano problematiche nel funzionamento sociale, relazionale e lavorativo dell’individuo. Negli adolescenti, il DOC può essere attribuito a varie cause come a trauma e situazioni famigliari disfunzionali. Nello specifico, le ossessioni sono immagini, pensieri, idee, fantasie spesso accompagnate da emozioni sgradevoli, come paura, disagio o dubbi circa la loro adeguatezza. Esempi di ossessioni includono preoccupazioni ricorrenti per la contaminazione da germi, preoccupazioni circa la possibilità che un membro della famiglia possa ammalarsi o eccessiva preoccupazione per l’ordine, ritenute dalla persona che ne soffre impossibili da gestire e che inevitabilmente compromettono la quotidianità, generando angoscia, attacchi di panico e senso di perdita di controllo. Per poter mediare lo stato di ansia e di angoscia dato dalle ossessioni e così neutralizzarle, l’individuo mette in atto le compulsioni che sono comportamenti, atteggiamenti, azioni, chiamate anche ‘rituali’, ripetitivi messi in atto per prevenire situazioni temute. Esse rappresentano un tentativo di recuperare il controllo e sottrarsi al disagio come lavarsi le mani, controllare che le serrature sia chiuse o azioni mentali ad esempio contare, pregare, ripetere alcune frasi, che i bambini e gli adolescenti si sentono obbligati a mettere in atto al fine di prevenire il verificarsi di eventi temuti e ridurre l’ansia. L’attuazione di queste compulsioni diventa invalidante per l’individuo, provoca disagio e compromette lo svolgimento di azioni quotidiane.
Pertanto le ossessioni e le compulsioni possono causare una significativa compromissione del funzionamento della persona che ne è affetta, in più aree di vita, dalla socialità, al lavoro/scuola, alla famiglia, comportando una notevole sofferenza. Chi soffre del disturbo tende a nascondere le proprie preoccupazioni perchè percepisce i suoi comportamenti e pensieri come assurdi e inquietanti e se ne vergogna. Non è ancora stato possibile individuare una causa esclusiva del disturbo, numerose ricerche hanno evidenziato fattori bio-psico-sociali, ad esempio varie ricerche hanno sottolineato che alcune caratteristiche educative ed esperenziali possono contribuire fortemente alla genesi del disturbo infatti il timore di colpa e l’elevato senso di responsabilità, spesso sono favoriti da stili educativi particolarmente rigidi, annunciano la tendenza ad avere ossessioni e compulsioni. Potrebbero passare mesi o anni prima che i genitori si accorgano del disturbo perché i bambini spesso nascondono le loro ossessioni e i loro comportamenti compulsivi. Solitamente chi ne soffre tenta di sopprimere i sintomi quando sono in mezzo agli altri (ad esempio a scuola), perché spinti da un forte bisogno di accettazione da parte dei pari. Il mostrare ‘strani comportamenti’ provocherebbe in loro un forte imbarazzo.
In adolescenza vi sono varie tipologie di disturbo ossessivo compulsivo:
1) Disturbo Ossessivo Compulsivo da Controllo caratterizzato per la presenza di contenuti mentali intrusivi, ossessioni, che innescano il dubbio di non aver chiuso porte, finestre, interruttori della luce, il gas etc. a cui fa seguito il bisogno impellente di ripetuti controlli (compulsioni), i ragazzi possono passare interminabili ore nel tentativo di rassicurarsi che una determinata cosa è spenta o delegando la responsabilità, chiedono ad un familiare di spegnere l’interruttore al suo posto oppure possono chiedere conferme continue. L’adolescente sacrifica gran parte del suo tempo in queste compulsioni che possono compromettere sia l’efficacia nello studio che la gestione del tempo libero.
2) Disturbo Ossessivo Compulsivo da Contaminazione in cui l’adolescente manifesta la preoccupazione di poter entrare in contatto con sostanze o oggetti contaminati come, ad esempio, urina, sperma, sangue, feci, saliva, maniglie delle porte, interruttori ecc. , in cui primeggia la paura di potersi infettare e contrarre una brutta malattia come HIV, Epatite, ecc. oppure il timore, di entrare in contatto con sostanze disgustose, ad esempio feci, in grado di contaminarlo. I ragazzi per tenere a bada tale ansia mettono in atto rituali di decontaminazione come il lavaggio delle mani, docce, cambio di abiti, etc. tali rituali possono essere così lunghi e frequenti da compromettere lo stato di salute della pelle, inoltre spesso sono presenti conflitti inerenti la durata e la frequenza delle compulsioni.
3) Disturbo Ossessivo Compulsivo Aggressivo, i cui sintomi consistono in pensieri, immagini o impulsi che fanno temere al ragazzo di poter essere travolto da una furia omicida, pugnalando o accoltellando qualcuno. Le compulsioni, si manifestano sotto forma di rituali mentali finalizzati a rassicurarsi rispetto alla minaccia, per questo motivo l’adolescente mette in atto numerosi evitamenti come, ad esempio, astenersi dal maneggiare coltelli, oggetti appuntiti oppure evita di avvicinarsi troppo alle persone.
4) Disturbo Ossessivo Compulsivo Omosex in cui l’adolescente è circondato da ossessioni, sotto forma di pensieri, immagini o impulsi che mettono in discussione la propria identità di genere innescando il dubbio di poter essere gay/lesbica; le compulsioni assumono la natura di rituali mentali il cui principale scopo è quello di rassicurarsi e, dunque, placare l’ansia, rispetto alla possibilità di poter essere omosessuale.
5) Disturbo Ossessivo Compulsivo da Relazione è caratterizzato da ossessioni e compulsioni che mettono in discussione la sincerità dei propri sentimenti verso la persona amata, l’adolescente è accerchiato dal dubbio di non amare il proprio partner o di non amarlo abbastanza, il che comporta una profonda angoscia e per lenirla i ragazzi mettono in atto compulsioni mentali nel tentativo di abbassare il livello di ansia.
6) Disturbo Ossessivo Compulsivo tipo Superstizioso, molto frequente, in cui l’adolescente manifesta ossessioni, vissute come profezie, che preannunciano che i propri cari o egli stesso saranno oggetto di disgrazie (morte dei familiari, fallimento di una verifica, incidenti stradali ect.), di cui sente l’assoluto obbligo di prevenirle attraverso la messa in atto di rituali mentali che spesso appaiono lunghi e tortuosi. Queste fissazioni adolescenziali possono comportare un dispendio di tempo notevole compromettendo la qualità della vita del ragazzo (Mancini, Gragnani 2002).
7) Disturbo Ossessivo Compulsivo tipo Ordine e Simmetria. L’adolescente esperisce una sensazione sgradevole, come se qualcosa non fosse a posto, che gli impedisce di svolgere le attività come, ad esempio studiare, tutte le volte che vengono violati i rigidi criteri con cui dispone determinate cose (vestiti, libri, oggetti sulla scrivania etc.), questi criteri possono riguardare il colore, la forma, l’ordine di grandezza e altri parametri a cui gli altri devono scrupolosamente attenersi.
Attualmente i trattamenti più efficaci sono la terapia farmacologica e la terapia cognitivo-comportamentale, quest’ultima tende, innanzitutto, a moderare la quantità e la frequenza dei sintomi e, più a lungo termine, a ridurre la sensibilità del soggetto ai temi e ai meccanismi cognitivi che hanno contribuito all’insorgere del disturbo. La tecnica d’elezione nel trattamento cognitivo-comportamentale è l’Esposizione combinata con la Prevenzione della Risposta, che consiste nel mettere il soggetto in contatto con lo stimolo o la situazione, che per lui è fonte di disagio, per un tempo superiore a quello da lui normalmente tollerato. Ad esempio si potrà chiedere ad un soggetto, il cui sintomo è quello di evitare di toccare le maniglie delle porte, di toccare una maniglia e di mantenere il contatto per 2 minuti e di non lavare le mani per almeno un’ora. Chiaramente, l’esposizione sarà graduale e verrà preceduta da un lavoro sulla motivazione e sulla riduzione della minacciosità del contatto. A questa tecnica, la terapia cognitivo-comportamentale affianca, infatti, interventi finalizzati alla trasformazione dei contenuti e dei processi cognitivi disfunzionali, che contribuiscono alla genesi e al mantenimento del disturbo.