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L’adolescenza e l’approvazione sociale

Spesso l’adolescenza viene vista solo come di un periodo pieno di sfide sottovalutando invece  l’essere una fase di vita inevitabile. La maggior parte degli adolescenti si muove in questi anni in modo sano e positivo senza avere problemi importanti. I cambiamenti in questa fase riguardano il corpo, lo sviluppo sociale ed emotivo, passano dall’essere bambini a diventare adulti. Si parla spesso dei loro ormoni turbolenti, ma in realtà ultime ricerche dimostrano che hanno un ruolo minore nelle emozioni più forti, in quanto in questo periodo i circuiti cerebrali si riorganizzano e maturano in tempi diversi. Questo può far sembrare gli adolescenti più emotivi e reattivi, i classici “alti e bassi”, cioè possono essere fuori di sé dalla felicità o sentirsi assolutamente infelici quasi nello stesso momento. Man mano le regioni del cervello dedite al controllo delle emozioni maturano e gli adolescenti  abbandonano pian piano la loro impulsività, diventando maggiormente propensi a fare un passo indietro e a pensare prima di rispondere alle situazioni che gli si presentano. In questo periodo inizia a formarsi anche l’identità, “chi sono? Chi voglio essere? Cosa e come devo fare per raggiungere i miei obiettivi” e  soprattutto “che ruolo ho ed avrò nel mondo?”. È per questo motivo che delle volte sperimentano diverse personalità, andando alla ricerca di un aspetto diverso o adottando comportamenti nuovi con l’intento di voler impressionare l’altro, fino ad arrivare verso i 18/19 anni in cui hanno raggiunto il loro voler essere. In questa fase è di vitale importanza il senso di appartenenza e l’accettazione da parte del gruppo dei pari, quindi padroneggiano l’approvazione e l’inclusione, dove il non sentirsi esclusi è di fondamentale importanza. Oggi questo atteggiamento purtroppo è acutizzato grazie alla società virtuale in cui ci ritroviamo, dove vige la costante ricerca di popolarità, per gli adolescenti  l’apparenza prende maggiormente il sopravvento sui valori più importanti, creando una maggiore dipendenza dal giudizio esterno diventando così problematica. Pertanto la  paura di essere perdenti  unito  al valore della popolarità  fa entrare in gioco l’imitazione degli altri, fenomeno che rischia di annullare la ricerca della propria unicità. È importante quindi costruire valori alternativi come la fiducia, la giustizia, la libertà, il rispetto, ricordando loro che quello che conta è il contenuto, non la superficie, spronandoli ad una loro unicità in cui l’essere se stessi li fa sentire liberi dal giudizio altrui, senza dimenticare che anche gli amici, gli insegnanti, il fare sport, i luoghi che frequentano contribuiscono alla formazione della loro personalità.
Spesso anche le famiglie, non volendo, intensificano questo stato, con frasi del tipo “cosa diranno le maestre/i professori se ti comporti in quel modo? Cosa penseranno di te? Cosa diranno i tuoi amici?”. Tali esortazioni devono essere diminuite, perché alimentano il giudizio esterno, ma non solo in quest’età ma già dall’infanzia, in quanto vi è  una continuità di personalità tra il bambino e adolescente.  Ma quali sono i campanelli di allarme che preannunciano delle problematiche adolescenziali? Quando un adolescente si rifiuta di prendere parte ad attività sociali di persona e non suoi social, di fare sport insieme agli altri, quando preferisce stare spesso e/o sempre isolato, quando non interagire con i coetanei e si dedica completamente a videogiochi in solitudine, oppure al contrario non avere il controllo sulle proprie reazioni emotive o mettere in atto comportamenti pericolosi nel gruppo dei pari. Tutto questo come lo risolviamo? Con tanta pazienza genitoriale, tenendo ben presente ché è un momento molto delicato della formazione d’identità, fornendo una base sicura in cui possono approfondire i loro dubbi e le loro paure, solo sentendosi accuditi saranno capaci di esplorare con serenità questo periodo. Il modo in cui si risponde anche alle loro richieste fa la differenza, molte volte un genitore si ritrova ad urlare contro il proprio figlio, perché esausto delle continue richieste e delle continue disapprovazioni, ma ciò non li aiuta a risolvere la problematica anzi non fa altro che aumentare le distanze relazionali, in quanto l’adolescente non sentendosi compreso ed amato, si chiude in sé, mentre invece il rispondere con toni più morbidi facilità la comprensione.  Gli adolescenti hanno bisogno di adulti nella loro vita che siano realmente interessati a loro, senza però essere invadenti, anche perché invadendo il loro spazio invece di proteggerli li rende più deboli, bisogna stargli accanto osservandoli ed intervenire solo se è necessario, cercando sempre di essere super attenti nell’accogliere i loro momenti di difficoltà. Insomma facendoli sentire amati ed accolti è quello che conta.

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