Ultim'ora

CORRUZIONE DILAGANTE – Scandalo all’Europarlamento: Soldi per non criticare il Qatar, trovati sacchi di banconote. 4 arresti

Che il Parlamento Europeo è un qualcosa di fondamentalmente inutile perché in sostanza manipolato dai poteri economici finanziari è una cosa accertata nell’ultimo decennio quando lo stesso parlamento è stato solo chiamato a ratificare, in sostanze, scelte fatte altrove.  A questo si aggiunge l’inutilità – pagata profumatamente – di tanti parlamentari europei che per anni scaldano le poltroncine limitandosi, quando presenti, ad alzare la mano per votare. Ora viene a galla anche un caso di corruzione che coinvolge anche la vice presidente dell’Eurocamera, Eva Kaili, nella cui abitazione sono stati trovati “Sacchi di banconote”. La scoperta fatta dalla Polizia nel corso delle perquisizioni della polizia giudiziaria presso l’abitazione della vice presidente dell’Eurocamera Eva Kaili, ora agli arresti. Il dato chiarirebbe anche il perché Kaili sia stata arrestata nonostante l’immunità parlamentare. Secondo il regolamento interno del Pe l’immunità, infatti, decade in caso di flagranza di reato. A prescindere dall’esito dell’inchiesta, per l’esponente socialista greca si rende concreta la possibilità che perda il seggio di vicepresidente. Secondo il regolamento interno dell’Eurocamera, la maggioranza dei 3/5 della Conferenza dei presidente, purché rappresenti tre gruppi politici diversi, può proporre alla Plenaria di far decadere il ruolo di vicepresidente, questore, presidente di commissione o presidente di un intergruppo a seguito di “seri episodi di cattiva condotta”. L’aula può ratificare tale decisione con la maggioranza dei due terzi dei votanti, fermo restando sia presente la maggioranza degli eurodeputati.
Il coinvolgimento italiano:
L’ex eurodeputato Antonio Panzeri “è sospettato” di essere intervenuto “politicamente con i membri” che lavorano al Parlamento Europeo “a beneficio di Qatar e Marocco, contrari al pagamento”. Lo si legge in uno degli atti dell’indagine di Bruxelles per “corruzione di funzionari e membri degli organi delle Comunità europee e di Stati esteri, riciclaggio e associazione per delinquere”. Nel documento è scritto che comunque vige la “presunzione di innocenza”.  E’ in corso davanti alla Corte d’Appello di Brescia l’udienza di identificazione, ossia la convalida dell’arresto, di Maria Colleoni e Silvia Panzeri, moglie e figlia dell’ex eurodeputato Antonio Panzeri, fermate ieri sera nell’abitazione di famiglia a Calusco d’Adda (Bergamo) in esecuzione di un mandato di arresto europeo. Le due donne rispondono di favoreggiamento nell’ambito dell’inchiesta di Bruxelles per corruzione e riciclaggio, con vincolo di associazione per delinquere che ha portato agli arresti lo stesso Panzeri e altre persone.  Maria Colleoni e Silvia Panzeri, rispettivamente moglie e figlia dell’ex eurodeputato Antonio Panzeri, arrestate ieri nell’ambito di un’indagine di Bruxelles per corruzione, sono ritenute “pienamente consapevoli” dell’attività del marito e padre e “persino del trasporto di doni”. Le due sono menzionate “nella trascrizione di intercettazioni telefoniche” durante le quali l’ex europarlamentare “ha commentato la consegna dei doni” di cui sarebbe stato “a quanto pare” il beneficiario.

Guarda anche

San Nicola La Strada – “Aiuto, vogliono entrare in casa mia”: ladro catturato, in fuga gli altri due

San Nicola La Strada – Erano circa le 20.00 di ieri quando il proprietario di …