SESSA AURUNCA – CONSORZIO DI BONIFICA AURUNCO, L’ON. ARTURO SCOTTO PRESENTA UN’ INTERPELLANZA PARLAMENTARE

SESSA AURUNCA – “Il sottoscritto chiede di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro dell’economia e delle finanze, il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, il Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, per sapere – premesso che:  il Consorzio aurunco di bonifica, con sede in Sessa Aurunca, è un consorzio interregionale che svolge il proprio ruolo istituzionale nei comuni di Sessa Aurunca e Cellole (provincia di Caserta) e Castelforte, Minturno e Santi Cosma e Damiano in provincia di Latina;  per il solo servizio di irrigazione esso serve anche i comuni di Mignano Monte Lungo, Rocca d’Evandro e San Pietro in Fine in provincia di Caserta;
la regione Lazio, con legge regionale n. 50 del 1994, ha soppresso il Consorzio aurunco di bonifica per la parte ricadente nel proprio territorio, senza però preoccuparsi di affidare le mansioni della bonifica di esso ad altro ente;
il Consorzio aurunco ha ininterrottamente continuato a svolgere il proprio compito in quelle aree per 23 anni senza che la regione Lazio si facesse carico di nulla, sia in termini economici che di gestione tecnica/amministrativa dell’area cosiddetta di Destra Garigliano;  questo ente, in virtù della legge regionale n. 4 del 2003 (regione Campania), è stato sottoposto a commissariamento dal dicembre 2011;  inizialmente era stato nominato commissario straordinario regionale il signor Angelo Barretta, allora politico di Cellole (Caserta) militante nel centrodestra casertano; il suo mandato è durato sino al 10 marzo 2016 a seguito di varie proroghe, ultima delle quali firmata dalla giunta De Luca del 2015;  durante il suo mandato il numero degli occupati totali (indeterminati e avventizi) è letteralmente lievitato da poco più di sessanta a oltre duecento;  successivamente il signor Barretta, si è candidato a sindaco di Cellole, uno dei comuni consorziati, ed è stato eletto;  successivamente il governatore De Luca ha nominato il dottor Antonio Carotenuto, dirigente di ruolo del dipartimento risorse naturali area «Caccia e Pesca» della regione Campania; nei sei anni di commissariamento il debito dell’ente è lievitato sino a superare i 40 milioni di euro senza che la regione Campania agisse in alcun modo (e infatti in ogni decreto di nomina dei commissari che ha prodotto, ha sempre e solo fatto riferimento alla necessità di condurre l’ente a regolari elezioni per il ripristino dell’ordinaria amministrazione);  in questo quadro il personale a tempo indeterminato del Consorzio vanta mediamente 25 mensilità arretrate, alcune risalenti alle annualità 2012, 2013, 2014 e 2015, mentre i dipendenti stagionali parte degli stipendi del 2015 e parte del 2016;  tale situazione è stata fotografata dal commissario Carotenuto all’atto del suo insediamento con le relazioni prot. 2662 del 13 aprile 2016 e prot. 3018 del 3 maggio 2016, inviate agli organi regionali preposti al controllo;  anche quest’anno l’ente ha assunto 50 operai avventizi a quanto risulta all’interrogante senza avere nessuna copertura finanziaria;  a dicembre è iniziato uno stato di agitazione del personale stremato dal lungo periodo di mancanza di salario: si sono tenuti ben quattro tavoli di confronto presso la prefettura di Caserta, senza sortire effetti positivi;  l’ente è in condizioni di assoluto disagio, tanto che il personale, pur in assenza di salario, si è autotassato per l’acquisto di carta, toner e altri supporti essenziali per poter garantire il minimo servizio ai propri contribuenti;  il Consorzio aurunco di bonifica è sottoposto a procedure pignorative per diversi milioni di euro, alcuni dei quali proprio dei dipendenti che cercano di recuperare i legittimi stipendi, a fronte di un ruolo annuo che supera di poco i 3 milioni di euro;  la stagione autunnale/invernale è stata caratterizzata dalla scarsa piovosità in queste aree, determinando già ad oggi un fenomeno di secchezza dei campi: dunque l’impossibilità del Consorzio a fornire il servizio di irrigazione determinerà un vero e proprio dramma sociale, che, oltre a colpire i già provati dipendenti, ferirà in maniera indiscriminata tutta la filiera di produzione agricola e zootecnica dell’area a forte vocazione rurale;  inoltre, la mancanza assoluta di interventi manutentivi sulla rete dei colatori consortili in caso di forti precipitazioni comporterà il rischio di esondazioni e allagamenti della zona, che in alcune porzioni è notoriamente sottoposta al livello del mare;  l’area aurunca ospita anche la centrale nucleare del «Garigliano» di proprietà della Sogin, costruita lungo le rive del fiume Garigliano e attraversata da alcuni canali consortili, e già in passato è stata interessata da allagamenti tali da produrre danni irreparabili all’ambiente costiero e marino;  la Camera dei deputati, nella seduta dell’8 febbraio 2017, ha approvato l’ordine del giorno n. 9/4200-A/13 che impegna il Governo «a stabilire che per i consorzi di bonifica, in particolare per quelli che operano nel Mezzogiorno, non siano soggette ad esecuzione forzata le somme destinate al pagamento degli stipendi – di quali elementi disponga il Governo in relazione a quanto esposto in premessa e se si intenda valutare la sussistenza dei presupposti per promuovere, per quanto di competenza, una verifica da parte dei servizi ispettivi di finanza pubblica in ordine alla situazione contabile e finanziaria del Consorzio aurunco di bonifica;  quali iniziative di competenza si intendano adottare per fronteggiare il grave momento di crisi vissuto dai lavoratori e tutelare i diritti del personale coinvolto”.