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ALIFE – Biodigestore, concessione VIA, le ragioni del comitato del “No”

ALIFE – Il Comitato del “No” in merito alla nota della Commissione VIA: la lingua batte dove il dente “vuole” ALIFE – La lingua batte dove il dente “vuole”. Questo il commento del Comitato Cittadino per la Tutela della Salute e dell’Ambiente dopo le prime rivelazioni sul parere rilasciato dalla Commissione VIA inerenti al biodigestore proposto dalla General Construction. Come ha scritto giustamente qualcuno si tratta solo di un primo via libera e non del parere definitivo della Regione Campania. Anche perché ci si dimentica che in Conferenza dei Servizi ci sarà anche il Comune di Alife che dovrà pronunciarsi su questioni quasi “irrilevanti”: permesso di costruire, autorizzazione paesaggistica, utilizzo delle strade, rilascio delle acque reflue. Questioni che andranno a costituire il grosso della vicenda. Ma andiamo con ordine e analizziamo cosa è scritto nella nota che anticipa il parere della Commissione ma che non è ancora l’atto formale (ricordiamo che occorre la pubblicazione di un Decreto sul BURC, come affermato anche in conclusione alla nota stessa). E’ fin troppo facile leggere che si è deciso di esprimere parere favorevole di Valutazione d’Impatto Ambientale integrata con la Valutazione d’Incidenza e rimanere sul generico. Già alcune delle prescrizioni sono di estrema severità: hanno disegnato il mondo perfetto quelli della General Construction e gli obblighi impartiti dai valutatori sono tali da garantire che la perfezione sia una storia concreta. Leggiamo però anche le premesse. E qui notiamo che si è preso atto di tutto quanto il Comune ed il Comitato hanno evidenziato, punto per punto. E nel parere è riportato che “Per quanto attiene invece l’assenza di infrastrutture nell’area ASI industriale di Alife, premesso che tale carenza nello studio d’impatto ambientale è stata affrontata mettendo in essere una serie di misure progettuali, si evidenzia come tali problematiche urbanistiche siano attinenti alle successive fasi autorizzative”. Si legge che la strada di accesso è oggetto di interdizione al traffico in quanto la Provincia di Caserta l’ha inclusa in un elenco di strade da dismettere. Si evidenzia la presenza di una Relazione dell’Ufficio A.T.A. del Comune di Alife del 28.07.2015, prot. 6308, che comunica una non coerenza con quanto riportato nel Certificato di destinazione urbanistica agli atti. Ancora; si prende atto di quanto riportato negli studi specialistici del Dott. Stefano Montanari, della Dott.ssa Antonietta Gatti e dell’ing. Vincenzo Caprioli, che denunciano pericoli che, sebbene basati su considerazioni di ordine generale, fanno ritenere opportuno che in sede di Conferenza di Servizi AIA, in via precauzionale ed al fine di raggiungere un livello di protezione ambientale il più elevato possibile, siano individuate ed adottate – nell’ambito delle migliori tecniche disponibili – misure impiantistiche, gestionali di monitoraggio e controllo che tengano conto anche di quanto esposto nelle citate perizie. La cosa più bella, e che nessuno vuole leggere (anche perché la lingua batte dove il dente vuole), è il primo punto che bisogna riportare integralmente. “Con riferimento al Quadro programmatico dello Studio di Impatto Ambientale (SIA) l’istruttoria ha rilevato che: 1.1 l’area di che trattasi ricade all’interno dell’ASI Matese, e pertanto la stessa risulta tra quelle vincolate dal Piano Regionale di Gestione integrata dei Rifiuti Speciali in Campania. Infatti il PRGRS ricomprende la suddetta ASI tra quelle che ricadono in territorio vincolato (rif. Tabella 6. 4. Aree industriali campane che ricadono in partizioni vincolate (cartogramma L-04 – PRGRS), per le quali “Si sottolinea che le ASI ricadenti in territorio vincolato comprese nell’elenco che si fornisce sono state individuate considerando i gravami che non lasciano la possibilità di indicare come idonee, per la localizzazione dell’ impiantistica industriale di trattamento e/o smaltimento di rifiuti, le partizioni spaziali entro le quali dette ASI sono comprese” ( ved. pag nn. 314 e 315); 1.2 l’area di che trattasi ricade, secondo le previsioni del Piano Provinciale di Gestione dei Rifiuti della Provincia di Caserta, in zona esente da vincoli, come si evince dalle Tav. L-04a “individuazione delle aree esenti da vincolo – Macrocategoria II e III impianti di trattamento)” ed L-05 “individuazione delle aree esenti da vincolo – Macroaree ” di cui all’allegato 9.3. Da quanto esposto emerge una discrasia tra i due Piani sopra evidenziati, infatti mentre nel piano regionale detta area è inibita alla localizzazione di impianti di trattamento rifiuti nel Piano provinciale, invece, tale area risulta idonea alla loro localizzazione”. Questo è letteralmente quanto riportato nella nota e qualcuno si chiederà perché non si è deciso ancora nulla… Lo troviamo scritto più avanti: “Rilevato che, alla luce delle disposizioni di cui al D.P.C.M. 27112/1988, all’art. 3, comma 1 la discrasia tra i due piani rifiuti nonché la non conformità della localizzazione dell’opera al piano regionale non possa essere oggetto del parere di VIA integrata con la Valutazione di Incidenza per il progetto de quo”. Ci saranno ancora parecchi passaggi da affrontare, con il Comitato ed il Comune che sanno bene, tra un Piano Regionale del 2013 approvato e un Piano Provinciale del 2009, mai approvato in via definitiva e redatto da chi oggi ha fatto lo Studio di Impatto Ambientale per conto della GC, quale conta di più. Sia in sede di approvazione definitiva del progetto, sia di fronte a un tribunale amministrativo (se necessario). “Le parole sono finestre (oppure muri)”, come asserì lo psicologo statunitense, recentemente scomparso, Marshall B. Rosenberg.

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