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Il cuore in gola: cronaca di un attacco di panico

All’improvviso non riesco a respirare, il cuore in gola, un tremore interiore e poi un senso di costrizione al petto e la sensazione di irrealtà e morte imminente…la corsa in pronto soccorso. Mi prendono i parametri, ho paura, mi sento di svenire da un momento all’altro… intorno a me tutto sembra strano, forse mi sta venendo un infarto, mi sento sempre più agitato… un prelievo… oddio aiutatemi, sto per morire! L’infermiere si avvicina, mi dice di stare tranquillo e mi fanno un ECG… il medico che mi si avvicina, tenta di rassicurarmi, i miei battiti sono accelerati, cosa mi sta succedendo? Diagnosi: crisi d’ansia. Mi rimandano a casa e mi dicono che potrebbe giovarmi chiedere aiuto ad uno psicologo. Cronaca di un attacco di panico.

Quanti di voi nella vita hanno sperimento le sensazioni e la paura appena raccontata?
Quanti sono accorsi al PS per il timore che qualcosa di terribile stesse per accadere?
Sperimentare un attacco di panico è un’esperienza davvero terribile, che spesso viene esacerbata dai pensieri catastrofici che accompagnano la sintomatologia esperita. E’ facile pensare come la paura che possa ricapitare diventi elevata e persistente.

Ma che cos’è un attacco di panico?
Perché arriva e come mai prima non mi era mai accaduto?
Come si fa a gestirlo?
Devo preoccuparmi?
Tornerò a stare bene?
Gli attacchi di panico si manifestano con un’improvvisa e intensa paura in assenza di un reale pericolo, accompagnata da sintomi somatici, dovuti all’attivazione del sistema nervoso autonomo, e cognitivi (paura di morire, paura di impazzire, di perdere il controllo, di svenire). Raggiungono rapidamente l’apice e sono di breve durata (di solito 10 minuti o meno).

La parola panico deriva dalla mitologia greca e più precisamente del “dio Pan”, metà uomo e metà caprone, che compariva all’improvviso sul cammino altrui, suscitando un terrore improvviso e poi scompariva velocemente. Le vittime rimanevano incredule, non riuscivano a spiegare cosa fosse successo e non erano in grado di gestire la forte emozione negativa provata.
Non bisogna però ritenere che l’attacco di panico, singolarmente considerato, sia in ogni caso patologico. Diviene, invece, clinicamente rilevante qualora interferisca con la vita dell’individuo o causi un disagio clinicamente significativo, configurandosi come disturbo di panico (APA, 2013).
Un attacco di panico, dunque, potrebbe sfociare in un vero e proprio disturbo di panico, in quanto nel soggetto si instaura la “paura della paura”, ovvero il timore che la crisi d’ansia possa ripresentarsi e delle conseguenze che tale crisi possa avere sull’incolumità dello stesso. Il paziente che sviluppa un disturbo di panico inizia ad evitare tutti quei luoghi o quelle situazioni dalle quali sarebbe difficile o imbarazzante allontanarsi, o nei quali potrebbe non essere disponibile un aiuto nel caso di un attacco di panico inaspettato. Così iniziano gli evitamenti dei viaggi nei mezzi pubblici, la guida dell’auto, il rimanere da soli, lo stare in luoghi troppo affollati, ecc… L’evitamento delle situazioni ansiogene o temute, insieme ai cosidetti “comportamenti protettivi” (andare in giro con l’acqua in borsa o con lo Xanax nel portafogli, l’indossare abiti larghi che non costringono la gola, l’uscire sempre in compagnia di qualcuno…) rappresentano i fattori di mantenimento del disturbo di panico.

Ma quali sono i sintomi di un attacco di panico?
Secondo il DSM5 essi sono:

  1. Palpitazioni, battito cardiaco accelerato o battito cardiaco accelerato.
  2. Sudorazione.
  3. Tremore o agitazione.
  4. Sensazioni di mancanza di respiro o soffocamento.
  5. Sentimenti di soffocamento.
  6. Dolore o fastidio al petto.
  7. Nausea o disturbi addominali.
  8. Sensazione di vertigini, instabilità, stordimento o svenimento.
  9. Brividi o sensazioni di calore.
  10. Parestesie (sensazioni di intorpidimento o formicolio).
  11. Derealizzazione (sentimenti di irrealtà) o depersonalizzazione (essere distaccati da se stessi).
  12. Paura di perdere il controllo o di “impazzire”.
  13. Paura di morire.

Si riscontra, spesso, un intenso desiderio di fuggire dal luogo in cui sta avvenendo l’attacco di panico.
Il carattere improvviso degli attacchi di panico e la loro relativa imprevedibilità, porta spesso le persone a sentirsi particolarmente deboli e vulnerabili ed a mettere in discussione l’immagine di sé, condizione che conduce spesso a un cambiamento significativo della vita.
Nel prossimo articolo spiegherò cosa avviene nel nostro cervello durante un attacco di panico e quali sono le terapie più efficaci per combatterlo. Alla prossima!

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