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SANTA MARIA C.V. – PROFONDA LESIONE ALLA DIGNITÀ DELL’AVV. DI FRANCESCO, LA CAMERA CIVILE ESPRIME SOLIDARIETÀ AL COLLEGA

SANTA MARIA C.V. – La Camera Civile di S. Maria C.V. tutta intende manifestare la propria piena solidarietà all’Avvocato Michele Di Francesco per quanto occorso durante l’esercizio dell’attività professionale e segnalarne la gravità all’intera Classe Forense.  Il fatto, appreso dalla lettura di un suo esposto è ormai ai più tristemente noto, e di lampante chiarezza. Le accuse mosse da un ex coniuge (già magistrato presso il Ns. Tribunale) al Collega, Avv. Michele Di Francesco, che lo hanno portato ad essere rinviato a giudizio innanzi al G.d.P. di S. Maria C.V. per il reato di diffamazione, fondate su affermazioni circa la legittimità dell’utilizzabilità e delle modalità di reperimento di alcune registrazioni e foto depositate in un giudizio civile di separazione e poi di divorzio innanzi al Tribunale di S. Maria C.V., per provare l’addebito a carico dell’altro coniuge, costituiscono sotto il profilo etico-professionale una profonda lesione per la dignità dello stimato Collega. Senza entrare nel merito della contestazione penale all’esame del G.d.P., la vicenda che ha interessato l’Avv. Michele Di Francesco ha la propria genesi in una denuncia per diffamazione avente ad oggetto le su esposte eccezioni formulate nel giudizio civile di separazione e divorzio, spiegate nelle memorie e negli scritti difensivi prodotte dal Collega nell’interesse della propria assistita, per altro ritenute correttamente dal Tribunale di S. Maria C.V. a conclusione del giudizio di separazione, con sentenza passata cosa giudicata, non offensive, perchè rientranti nell’alveo della continenza del diritto di difesa esercitato dall’Avvocato. Utilizzare l’ordinamento giuridico come deterrente è un evidente segno della “mortificazione del diritto di difesa” che si traduce nello “sfregio al ruolo dell’Avvocato”. Tutti ben conosciamo le norme e la giurisprudenza in materia, ben conosciamo come possono essere acquisiti documenti e registrazioni ed i limiti alla loro utilizzabilità in un processo al pari di colui che nel caso che investe il Collega le ha veicolate nel processo confidando nella loro utilizzabilità, ciò ancor più per il ruolo e per le conoscenze tecniche legate alla toga di magistrato che indossa.   Riteniamo che dell’episodio debbano avere conoscenza formale e diretta tutte le massime cariche del Foro e del Distretto perché appare indifferibile una riflessione concreta, e non astratta o di circostanza, sul rapporto fra tutte le parti del processo nel nostro Foro.  La migliore gestione della Giustizia non può che passare dal rispetto dei ruoli, senza abuso di alcun genere, ispirato pertanto alla collaborazione paritaria ed al rispetto di tutte le parti. Collaborazione che può e deve avere un unico presupposto, la riconosciuta e consapevole appartenenza ad un unico meccanismo: la Giustizia.   Per tale ragione quindi chiediamo che le massime Istituzioni del Foro Samaritano intervengano in relazione allo spiacevolissimo episodio che ha investito l’Avv. Michele Di Francesco nell’esercizio della Sua funzione di Avvocato in modo che fatti del genere non abbiano più a ripetersi, e per i quali la Camera Civile di S. Maria C.V. manifesta in ciò la più ampia vicinanza e solidarietà al Collega per l’ingiusto rinvio a giudizio, esprimendo la propria piena disponibilità ad una interlocuzione franca e diretta per evitare che in futuro possa essere nuovamente mortificato il diritto di esercizio di difesa e mortificato il ruolo ed il prestigio della figura dell’Avvocato.

La Camera Civile di S. Maria C.V.

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