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Inter Napoli: il valore simbolico, i rimpianti e il razzismo

(di Achille Natalizio) – Inter Napoli di domenica scorsa, aveva più che altro un valore simbolico: una sorta di passaggio di consegne tra la squadra Campione in carica e quella che le succederà. Dunque il risultato non era la cosa più importante, lo erano invece, lo spirito e l’orgoglio che, in particolare il Napoli, avrebbe messo nella sfida. Ecco, a me questo è piaciuto: un Napoli che, a differenza della finale di Supercoppa, di qualche settimana fa, ha affrontato l’Inter schiacciasassi, reduce da 10 vittorie consecutive, a viso aperto esattamente come si conviene alla squadra Campione d’Italia. Il pareggio di Jean Jesus a pochi minuti dalla fine della partita, è stato il giusto riconoscimento per lo spirito con cui il Napoli ha affrontato tutta la gara.
Ovviamente l’Inter è la più forte squadra del campionato. Ma questa partita, almeno a me, ha lasciato l’amara sensazione che senza le scellerate scelte del Presidente in materia di allenatori management e acquisti, gli enormi 31 punti che separano il Napoli dall’Inter sarebbero tanti di meno e questa partita avrebbe avuto tutt’altro significato. Ma i se e i ma non cambiano in nulla lo stato dell’arte. Il problema resta un altro: il senso di tristezza che questa partita per quello che sarebbe potuto essere e che invece non e stato, avrà insegnato qualcosa ad Aurelio De Laurentiis?
Non ne ho idea. Per quel che mi riguarda se Adl non sceglierà un allenatore adeguato non cambierà granché nella prossima stagione. Ma per scegliere buoni allenatori servono dirigenti che facciano questo di mestiere e bene. In sostanza, per come la vedo io, il destino futuro del Napoli sarà deciso non dalla campagna acquisti ma da chi direttore sportivo e allenatore  gestiranno il mercato. O Adl comprende questo elementare concetto o i nostri problemi non si risolveranno. Del resto solo chi è in malafede non prende atto che il terzo allenatore di questa stagione, Calzona, senza inventare cose geniali ha ridato sicurezza e voglia di combattere ad una squadra che era apparsa sfinita e priva di idee.
Se Calzona continuerà su questa strada secondo  me può essere un buon prospetto  come allenatore anche per il futuro. Ovviamente le scelte possono essere altre, fondamentale però  è che vengano fatte non con improvvisazione e arroganza (“ho fatto un casting di 40 allenatori e ho scelto Garcia”) ma con la competenza di D.S. all’altezza di quelli che abbiamo avuti in passato. La partita però, nel suo svolgimento ha avuto un episodio davvero triste: le accuse, riconfermate in serata di Jean Jesus ad Acerbi di avergli rivolto gravissime espressioni razziste.
Se il mondo del calcio italiano vuol dare coerenza alle campagne contro il razzismo che annuncia, è indispensabile che si vada fino in fondo a questa vicenda e si assumano decisioni proporzionate alla gravità dei fatti senza guardare in faccia a nessuno. Per troppe volte le ingiurie e i “buuu” che accompagnano le prestazioni di giocatori di colore vengono derubricate a intolleranze da stadio.  Non è cosi: il razzismo è troppo presente nei nostri stadi, se viene derubricato anche quello che fanno (se è vero) i calciatori in campo, siamo davvero all’anno zero a confronto con il calcio internazionale.

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