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ALIFE – Truffa all’Inps per la 104: “furbi” rischiano il processo

ALIFE – C’è anche una persona di Alife fra quelle coinvolte nell’inchiesta sullo scandalo della 104 in provincia di Caserta. Decine di sussidi di invalidità concessi a furbetti grazie a certificati medici compiacenti. Nel corso delle indagini la Guardia di Finanza di Aversa scoprì un vero e proprio tariffario con tangenti da 5mila euro per ottenere il doppio del punteggio e ottenere l’agognata invalidità. Un difetto di notifica ha costretto il giudice a rinviare al prossimo anno l’udienza. Era l’udienza preliminare nata dalla richiesta della Procura di voler processare gli indagati. L’attesa udienza preliminare si è risolta, però, in pochi minuti. Il tribunale ha, infatti, rinviato tutto al prossimo marzo 2024, davanti Giudice Gaudiano, si dovrà decidere la sorte dei 65 indagati
Fra le persone che rischiano il processo c’è anche un cittadino di Alife, Angelo Sconcia di 68 anni.

La vicenda:
Decine di sussidi di invalidità concessi a furbetti grazie a certificati medici compiacenti. Nel corso delle indagini la Guardia di Finanza di Aversa scoprì un tariffario con tangenti da 5mila euro per ottenere il doppio del punteggio e ottenere l’agognata invalidità. L’inchiesta si muove su due filoni: uno a Napoli Nord (nel quale è stato coinvolto l’ex sindaco di San Marcellino Carbone) e l’altro a Santa Maria Capua Vetere che riguarda soprattutto i beneficiari. Il sostituto procuratore sammaritano ha firmato l’avviso di conclusione indagine che sta per essere notificato a 65 persone per le quali è stato chiesto il rinvio a giudizio. Fra le persone che rischiano il processo ci sono anche persone dell’Agro Caleno e precisamente due cittadini di Sparanise (Cristina D’Alonzo 58 anni e Alberto Silvano Pagano 62 anni) e un cittadino di Pignataro Maggiore (Angelo Lorenzo Bovenzi 68 anni).  Gli indagati sono accusate a vario titolo di corruzione, truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche e falso insieme ad altre persone. L’Inps ha collaborato proficuamente con fiamme gialle e Procura che ha condotto alla scoperta di un sistema fraudolento che aveva consentito a circa ottanta persone di ottenere falsi riconoscimenti di invalidità. L’istituto ha inviato dalla Direzione generale di un’apposita Commissione medico-legale che ha permesso di revisionare riconoscimenti sprovvisti dei requisiti necessari e di revocare benefici non dovuti.

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