Sono quei rapporti che danneggiano il benessere emotivo e la stabilità mentale, che compromettono l’autostima e assorbono la nostra energia, producendo così effetti distruttivi sulla propria vita, dove la persona si sente intrappolata e non riesce ad uscirne, costituita da momenti in cui si ha voglia di rompere tale legame e momenti in cui ci si aggrappa irremovibilmente come se non ci fosse nessuno migliore al mondo in cui l’altro diventa la propria e unica ragione di vita, arrivando al punto tale da annullare sé stesso, trovandosi così in una in una condizione di dipendenza affettiva. Tali relazioni tossiche sono caratterizzate da manipolazione, ricatti affettivi, confusione, colpevolizzazioni, menzogne, incoerenza tra affermazioni ed azioni ad esempio: viene detto “tu sei la mia priorità” e poi trascura la persona amata, umiliazioni, svalutazioni, possesso, gelosia, invidia, violenza psicologica e/o fisica, diventando fonte di sofferenza, frustrazione e confusione, che si manifestano a volte anche con malesseri fisici e con prevalenti emozioni spiacevoli, quali rabbia, ansia, angoscia, tristezza, sensi di colpa, risentimento, intervallate da brevi emozioni positive come gioia, appagamento, sollievo, tranquillità. Queste relazioni possono portare uno dei due alla perdita della propria identità e della propria autonomia, pertanto il potere è asimmetrico in cui il rapporto è caratterizzato dalla prevaricazione da parte di uno dei due e il processo decisionale è in mano solo ad uno innescando così meccanismi di dominanza.
Come riconoscere una relazione tossica
– Il voler cambiare l’altro costantemente. Il nostro partner non può piacerci in ogni suo aspetto, ci saranno sempre delle caratteristiche di lui/lei che si vorrebbero diverse, ma un conto è smussare degli angoli, un altro è spingere il partner ad essere una persona diversa da quella che è.
– La mancanza di fiducia. Una certa dose di gelosia può esserci in un rapporto, ma non bisogna arrivare al controllo continuo, al dubitare sempre, fino al cercare di impedirgli delle azioni, come incontrare amici, vestirsi in un certo modo, stare sui social, condurre una vita anche al di fuori della coppia.
– Frequenti emozioni negative come rabbia e tristezza. Alcuni studiosi sostengono che l’infelicità persistente è il primo segnale in assoluto di una relazione tossica. È importante chiedersi se queste emozioni sono presenti maggiormente rispetto alle altre nella nostra relazione, allora è evidente che qualcosa non va come dovrebbe. Potrebbe anche solo essere un momento difficile ed è importante tenerlo in considerazione, perché è semplice scappare alle prime difficoltà, ma questo momento deve pur avere una fine, se invece ci rendiamo conto che dura da troppo tempo senza un piccolo cambiamento e prevalgono ancora rabbia e tristezza sulla gioia, allora bisogna interrogarci su quanto possiamo vivere ancora in questo modo o se è giunto il momento di cambiare vita.
– La mancanza di rispetto, si intende non solo la violenza fisica e soprusi, ma le forme di abuso più subdole e silenziose, come denigrare, umiliare e insultare il partner (anche davanti ad altre persone), se tende a trattarci come un oggetto che deve soltanto soddisfare i suoi bisogni, non ci coinvolge nelle decisioni, mancano così rispetto e stima, che non dovrebbero mai mancare in un rapporto sano.
– La competizione, cioè il vivere in costante competizione, in cui ci sentiamo spesso sabotati dal partner che sembra godere dei nostri fallimenti. In un rapporto positivo dovrebbe prevalere la collaborazione, cercando di trovare nell’altro un compagno di vita con il quale fare gioco di squadra. L’amore non dovrebbe essere una gara e una sfida, ma l’incontro tra due persone che, per quanto diverse, si sostengono e si fiancheggiano, dove vige la reciprocità ed il supporto.
Pertanto, le relazioni tossiche sono tutti quei rapporti disfunzionali privi di reciprocità e scambi affettivi, nei quali è presente un disequilibrio tra il dare e il ricevere e che, invece di favorire la crescita personale o della coppia, generano conflitti.
Ovviamente la domanda più importante è “come uscire dalle relazioni tossiche?”
Solitamente si attende che arrivino eventi esterni che ci allontanano dalle relazioni tossiche e/o che l’altra parte ci lasci, oppure dobbiamo prendere in mano la nostra situazione al fine di troncare il rapporto, quando ci rendiamo conto che non ci sono più spazi di recupero. Quest’ultima è una soluzione molto rara, in quanto la rottura è caratterizzata da costi emotivi o economici molto alti, per questo motivo è faticoso e doloroso uscire dalle dinamiche malsane delle relazioni tossiche. È importante rivolgersi ad uno psicoterapeuta che possa aiutarci a trovare delle strategie alternative e più funzionali per gestire le dinamiche di coppia, supportandoci nel trovare sicurezza e autostima in noi stessi, nel gestire il senso di vuoto, i vissuti spiacevoli, e soprattutto nell’aiutarci ad investire in rapporti fondati sul rispetto e reciprocità. in quanto le relazioni dovrebbero essere per l’individuo fonte di benessere e piacere.
Riassumendo quando una relazione è “sana”?
Quando vi è la presenza di un rapporto di reciprocità all’interno della coppia, le relazioni sane sono tutte quelle relazioni che rappresentano un’occasione di crescita e scambio. Il supporto reciproco all’interno di queste relazioni, e in particolar modo il sentirsi supportato, contribuisce a generare un sentimento di sicurezza in quanto l’altro fornisce una base sicura che favorisce il raggiungimento dei propri obiettivi ed incrementa i livelli di auto-efficacia (Feeney, 2007).
Una relazione di questo tipo, quindi, è sana perché è caratterizzata da sentimenti di soddisfazione e apporta benessere, sia fisico che psicologico, e migliora la qualità della vita.
I legami sani si fondano sulla libertà, rispetto ed accettazione anche in presenza di conflitti.