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NIGER: Analisi di un colpo di stato fra interessi internazionali e sfruttamento delle risorse.

(di Sandrino Luigi Marra) Il colpo di Stato in Niger che può apparire come un fattore di interesse politico economico di un gruppo di militari, ha in realtà un complicato contesto che tra politica interna ed estera, fattori di interessi economici e malcontento della popolazione, ha di fatto portato al golpe militare e alla deposizione del Presidente Bazoum. Dal punto di vista regionale nonostante buoni risultati nella lotta al terrorismo e nell’ambito economico con nuovi accordi commerciali, l’instabilità del paese e dell’area del Sahel con gli strascichi di povertà aumentata per via della Pandemia da Covid-19, il disaccordo di una parte dell’entourage politico e militare che non vedeva di buon occhio i nuovi accordi con la Francia in materia energetica (petrolio e Uranio) ha di fatto portato al Golpe. Il colpo di Stato dal punto di vista degli interessi internazionali nell’area Nigerina e del Sahel avvantaggia la Russia, la quale negli ultimi dieci anni ha costruito solidi rapporti con molti paesi africani (di qualche settimana fa gli accordi con 21 paesi) e che è guardata in modo diverso rispetto ai paesi ex colonizzatori. La Francia che dagli anni sessanta del ventesimo secolo nonostante la decolonizzazione, ha continuato da avere ingerenze nell’area e nel paese, è oggi in difficoltà, malvista dalle popolazioni e da una parte della politica africana. Responsabilità passate, ingerenze, uso della valuta CFA  (acronimo di “Comunità Finanziaria Africana”) che prevede il deposito almeno del 65% delle riserve auree presso il Tesoro francese a garanzia del cambio monetario, e la convertibilità prevista con la partecipazione delle autorità francesi nella definizione della politica monetaria della zona CFA. Tra i paesi che sono nella zona CFA (Niger, Benin, Burkina Faso, Costa d’Avorio, Mali, Senegal, Togo) vi sono anche alcuni che negli ultimi anni hanno avuto un colpo di Stato cioè Guinea, Mali, Burkina Faso, Chad, Sudan e appunto Niger e che sono anche membri (alcuni sospesi)  dell’ECOWAS che è la Comunità economica degli Stati dell’Africa Occidentale che prevede anche una assistenza difensiva reciproca (gli stati membri sono: Benin, Burkina Faso, Costa d’Avorio, Gambia, Nigeria, Niger,Mali,, Guinea, Guinea Bissau, Senegal, Sierra Leone, Togo, Capo Verde, Ghana). E’ da questa organizzazione che sono giunti gli ultimatum al Niger per ristabilire l’ordine, ma che sono rimasti del tutto inascoltati con le forze armate nigerine che si stanno preparando allo scontro. Non c’è da nascondere che indirettamente con l’inizio del conflitto in Ucraina Occidente e Russia si stanno confrontando per la conquista del cuore e delle menti dei popoli e degli Stati Africani. Di fatto non è imputabile alla guerra in Ucraina il disastro francese in tutta l’area del Sahel, ma sicuramente essa ha influito a far esplodere con grande virulenza un sentimento di rancore covato da tempo, nei territori dell’ex impero coloniale francese. La presenza militare francese nell’area anche se ha contribuito a rintuzzare le mire espansionistiche della Jihad islamica viene comunque interpretata sempre e comunque come l’emblema della volontà di mantenere una egemonia di stampo coloniale. D’altronde i grossi interessi economici francesi nel Niger inerenti in particolar modo all’Uranio (il Niger fornisce alla Francia il 15% della produzione) fanno ancor più da vettore dell’idea di sfruttamento ed ingerenza del paese transalpino non solo in Niger ma in tutta l’area del Sahel e delle ex colonie. A questo l’uso del Franco CFA ovvero la moneta dell’area della Comunità Finanziaria Africana o più semplicemente Franco CFA, non ha fatto altro che peggiorare in negativo la visione della Francia, non solo dalle classi politiche di diversi paesi africani ma anche della popolazione, spingendo di fatto verso i colpi di Stato. La stessa Nigeria che guida di fatto l’ECOWAS viene guardata con sospetto in questo particolare frangente, dagli stati golpisti e dalle popolazioni poiché il paese è entrato nello scacchiere della geopolitica energetica occidentale per la fornitura di gas  all’Europa, con la realizzazione di un gasdotto che partendo dalla Nigeria fornirebbe energia ai paesi europei, creando un alternativa alle forniture russe. Il colpo di stato in Niger comprometterà la realizzazione del gasdotto e dunque diviene una occasione per infliggere un colpo all’Europa. E’ chiaro che da quel che si è detto il colpo di stato in Niger non è semplicemente un evento locale e regionale, ma bensì è inserito in un contesto geopolitico ed economico ben più grande. E’ anche vero che tale colpo di stato insieme a quelli di altri paesi dell’area di fatto hanno sovvertito le democrazie liberamente elette, ma è anche vero che l’ingerenza di lungo termine di diversi paesi europei (Francia, Gran Bretagna, la stessa Italia, ultimamente la Germania) ha incattivito ulteriormente gli animi, spingendo i militari a reazioni golpiste, ma è anche vero che ad insegnare certe azioni è stato l’Occidente, ed è ovvio che sul fuoco di malesseri vecchi e nuovi giungano a  soffiarci sopra Cina e Russia che appaiono come forze economiche nuove e con visione non neocoloniale. Cosa accadrà e al momento difficile da comprendere, un intervento armato di ECOWAS destabilizzerebbe ulteriormente l’area, un non intervento creerebbe in modo quasi ufficiale una costellazione di Stati guidati da regimi autoritari che minerebbe un qualsiasi progetto futuro di democratizzazione dell’area. Di certo ogni azione o opzione militare andrà a discapito delle popolazioni indipendentemente dal pensiero che esse hanno rispetto a partner occidentali o sino russi, creando nuovi rifugiati, altra fame e altre vittime innocenti…….Sudan dimostra.