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Riardo – Spaccio di droga: tre condanne e un’assoluzione

Riardo – Si è concluso il processo di primo grado a carico di un gruppo di quattro giovani riardesi accusati di spaccio di sostanze stupefacenti. Secondo l’accusa il gruppo composto da Matteo Cipolla (30 anni), Vincenzo De Angelis (33 anni), Maddalena De Rosa (32 anni) e Antonio D’Ambrosio (31 anni) gestivano una piazza di spaccio. Nella stessa indagine era coinvolto un quinto elemento: Alfonso Piscitelli (43 anni) residente a Santa Maria a Vico la cui posizione processuale è stata stralciata e quindi segue iter diverso.
La sentenza del giudice del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere condanna Cipolla, De Angelis e D’Ambrosio. Assolve De Rosa (la cui difesa è stata affidata all’avvocato Giancarlo L’Arco).
Nello specifico
Matte Cipolla è stato condannato alla pena di anni 2 e mesi 11 di reclusione oltre al pagamento di una multa di 9.500 euro.
Vincenzo De Angelis è stato condannato alla pena di anni 1 e mesi 11 di reclusione (con il beneficio della pena sospesa) oltre al pagamento di una multa di 4.200 euro.
Antonio D’Ambrosio è stato condannato alla pena di anni 1 e mesi 2 di reclusione (con il beneficio della pena sospesa) oltre al pagamento di una multa di 1.400 euro.
Maddalena De Rosa assolta (la cui difesa è stata affidata all’avvocato Giancarlo L’Arco).

La vicenda:
Tutto nasce da una indagine condotta dai carabinieri della stazione di Petramelara, coordinata dalla Procura,  che consentì di accertare condotte di cessione di sostanze stupefacenti, del tipo marijuana, hashish e cocaina, avvenute tra la fine dell’anno 2018 e l’inizio dell’anno 2019, nei Comuni di Riardo, Pietramelara e Maddaloni. Le indagini vennero condotte attraverso intercettazioni, associate ad attività di osservazione, pedinamento e controllo, che hanno fornito un quadro dinamico delle condotte delittuose svolte in modo sistematico e continuativo. In particolare gli acquirenti davano appuntamento allo spacciatore, utilizzando termini convenzionali. Le attività tecniche, inoltre, vennero corroborate da numerosi riscontri, per lo più attraverso il controllo degli acquirenti, ai quali veniva sequestrato lo stupefacente acquistato.

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