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Per non dimenticare la Toscana in rock

La scena musicale internazionale viene spesso e volentieri vista come una vera e propria slot machine di gruppi e artisti vari che, un po’ come nel gioco d’azzardo, riescono a durare nel panorama musicale mondiale solo giocando bene le proprie carte. In caso contrario saranno “condannati” al ritiro.

Ciò pare essere vero per molti gruppi rock stranieri, ma anche in Italia la scena è da tenere sott’occhio. Italia sì, ma soprattutto Toscana, come dimostrano i nomi sottostanti. Vediamo chi, nonostante i cambiamenti, l’arrivo del Covid e i tanti palchi, è riuscito a tenere botta.

Certo, l’elenco potrebbe essere molto più lungo, però consigliamo lo stesso questi nomi come una sorta di breviario musicale.

  • Litfiba

Ovviamente non si poteva che partire dal gruppo formatosi in Ca’ dei Bardi a Firenze nel lontano 1980, ovvero i Litfiba. Dopo il ritorno del “figliol prodigo” Piero Pelù pochi anni fa, il gruppo ha continuato a macinare dischi e tour fino ad arrivare alla meritata pausa, con il capitolo finale il 22 dicembre al Mediolanum Forum di Milano, dopo anni di onorata carriera.

  • Wind Rose

Da parecchi anni a questa parte sembra che l’immaginario creato da Tolkien sia diventato una fonte inesauribile di ispirazione per parecchie band (come i Led Zeppelin o gli Amon Amarth), tra le quali possiamo includere anche i Wind Rose. Particolarmente ispirati a Il Signore degli Anelli e a Lo Hobbit, il gruppo riporta nei dischi e sul palco la gloria nanica di quegli orgogliosi e barbuti protagonisti.

  • Bandabardò

Nati con un nome che è un omaggio alla bella Brigitte Bardot, la Bandabardò ha saputo portare in lungo e in largo per l’Italia il proprio messaggio di speranza e di protesta con la formula del folk rock, tanto cara a gruppi come I Luf e i Modena City Ramblers. Riuniti sotto la figura del carismatico Erriquez, scomparso nel 2021 dopo una lunga malattia, la band continua a portare le sue parole grazie alla collaborazione con Cisco Bellotti (ex MCR) e Finaz (Alessandro Finazzo).

  • Baustelle

Questo trio, formatosi a Montepulciano verso la fine degli anni Novanta, è diventato una delle voci per eccellenza dell’indie italiano dopo essersi stabilizzato come trio nei primi anni Duemila. Nei loro testi e nella loro musica trova infatti molto spazio sia la poesia più colta che il rock più viscerale e provocatorio per un risultato che, a conti fatti, è proprio quello di cui la scena aveva effettivamente un gran bisogno.

  • Zen Circus

Nati negli anni Novanta attorno alla figura di un allora sedicenne Andrea Appino, gli Zen Circus sono uno di quei gruppi che, in quel grande carrozzone pieno di artisti e meteore che è l’indie nostrano, riesce a trovarsi ancora stabilmente al timone, con una produzione piuttosto solida e molti altri progetti personali che analizzano la musica a 360 gradi.

  • Labyrinth

Evoluzioni canore impressionanti, virtuosismo tecnico strumentale, testi poetici e tutto ciò che pare essere un’esclusiva dell’estero: con i Labyrinth, guidati da Roberto Tiranti, si ha la perfetta dimostrazione di come la Toscana sappia essere decisamente rock, ma anche di più!

 

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