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foto di repertorio

Carinola – Concorsi truccati per entrare nelle forze armate, scarcerato Maina: carenza di gravi indizi di colpevolezza

Carinola – I giudici del Tribunale del riesame di Napoli hanno accolto il ricorso presentato dall’avvocato Edoardo Razzino, difensore dell’indagano, annullando la misura cautelare a carico del proprio assistito. Per questa ragione i giudici partenopei hanno ordinato l’immediata liberazione di Sergio Maina, 60enne residente a Carinola. E’ accusato di essere un intermediario nelle attività corruttive. La decisione del Tribunale del Riesame, chiaramente, rende più leggera la posizione dell’indagato nell’intera vicenda. L’operazione che coinvolge Maina scattò lo scorso 17 novembre 2021 quando finirono nella rete tesa dalla Procura della Repubblica numerose persone, tutte accusate di truccare concorsi per il reclutamento in corpi delle forze armate e Polizia penitenziaria che già lo scorso luglio ha portato all’arresto in flagranza di due agenti della Polizia penitenziaria.
Sono coinvolti  AVERSANO Aniello di Frignano (CE); CATANIA Pellegrino di Avellino; CIRIELLO Giovanni di Aversa; FATONE Gennaro, di Caivano; FEDELE Paolo di Santa Maria Capua Vetere; FEDELE Salvatore di Aversa; IANNILLO Alessio di Avellino; MAINA Sergio di Carinola; MATARAZZO Kevin di Avellino; MIELE Giuseppe di Napoli; NAZZARO Giovanna di Avellino; PETRELLA Vincenzo di Santa Maria Capua Vetere; ROMANO Kevin di Gaeta (LT); ROMANO Massimo di Formia; RUSSO Maurizio di Monteforte Irpino; SILVESTRO Mario di Caivano; SILVESTRO Riccardo di Caserta;         SPENA Errico di Caivano; SPINA Giorgio di Napoli.
Un’ordinanza applicativa di misure cautelari, emessa dal gip del Tribunale di Napoli su richiesta della Procura partenopea, venne eseguita nei riguardi di 14 persone ritenute gravemente indiziate di delitti di corruzione; tra queste pubblici ufficiali tra cui Aniello Aversano, assistente capo della Polizia penitenziaria in servizio nel carcere di Santa Maria Capua Vetere, Gennaro Fatone, vigile urbano del Comune di Caivano e Giorgio Spina, caporal maggiore dell’Esercito in servizio nella caserma di Maddaloni, per i quali vennero disposti gli arresti domiciliari. Secondo quanto ricostruito dalle indagini, tutti risulterebbero aver svolto la funzione di “intermediari dei rapporti corruttivi finalizzati all’indebito superamento delle prove concorsuali”. Le indagini, condotte dal nucleo investigativo centrale della Polizia penitenziaria, hanno consentito di portare alla luce una trama di episodi corruttivi intessuta, tra la fine del 2020 e la prima metà del 2021, da due agenti della Polizia Penitenziaria, Errico Spena e Maurizio Russo, i quali promettevano o effettivamente procuravano a partecipanti ai concorsi per il reclutamento in corpi delle forze armate (Carabinieri, Esercito e Aeronautica Militare) e nella Polizia penitenziaria, il superamento delle prove psico-attitudinali, a fronte della corresponsione di somme di denaro. Gli agenti del Nic della Penitenziaria lo scorso luglio hanno arrestato Spena e Russo in flagranza poiché sorpresi, all’interno degli uffici di un’organizzazione sindacale, nell’atto di ricevere la consegna di 8mila euro. Le indagini hanno poi consentito di far luce su un’estesa ramificazione dei contatti corruttivi e delle complicità rilevanti per l’illecito condizionamento delle procedure concorsuali, da cui le misure cautelari eseguite oggi.

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