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Antonio Marotta (a sx), e suo figlio Emilio

MIGNANO MONTELUNGO – Operaio schiacciato dal compattatore, due tecnici sotto processo

Mignano Montelungo –  Il giudice per l’udienza preliminare del tribunale di Cassino, Di Croce, ha deciso di rinviare a giudizio le due persone imputate di omicidio colposo per infortunio sul lavoro per la morte di un giovane operaio impiegato nel cantiere rifiuti (gestito allora dalla Pro Clean) di Mignano Montelungo.
La prima udienza è stata fissata per il prossimo mese di maggio. Saranno davanti al giudice Benedetto Fuoco (tecnico comunale di Mignano Montelungo) e Giovanni Ferone (imprenditore di San Vittore del Lazio, proprietario compattatore in cui trovò la morte l’operaio).
la terza persona coinvolta nei fatti – Iovino Carla Maria –  ha già scelto di patteggiare la pena e il risarcimento danni in favore delle parti civili.  I fatti avvennero nel giungo del 2016 quando Emilio Marotta, 33 anni, fu risucchiato e tritato dal compattatore vicino al quale stava lavorando. Una tragedia troppo grande per la piccola comunità di Mignano Montelungo. Alle ore tredici di quel giorno – 21 giugno 2016 – Emilio era ancora vivo, lo assicurano alcuni suoi colleghi che avrebbero visto l’operatore ecologico. Poi il tragico incidente con la morte dell’uomo. Il padre Emilio – Antonio Marotta – si costituirà parte civile, assistito dall’avvocato Adriano Cortellessa.

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