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ALIFE – Pedofila, le amichette delle due giovani vittime davanti ai giudici

ALIFE –  Nel processo Mennicillo oggi sono state sentite le due amichette delle persone ragazzine che hanno accusato l’imputato di abusi sessuali. In particolare una ha confermato di essere venuta a conoscenza degli abusi circa quattro anni fa. L’altra solo l’estate scorsa. Le confidenze per entrambe provenivano dalla stessa vittima che in diversi momenti aveva liberato il proprio segreto.  Processo rinviato al 5 marzo per ascoltare i consulenti della parte civile. Nella precedente udienza sul banco dei testimoni i genitori di una delle bambine coinvolte nella vicenda che hanno riferito sui fatti a loro conoscenza. Si tornerà in aula a marzo. Giuseppe Menicillo – assistito dall’avvocato Emanuele Sasso –  accusato di abusi sessuali su due bambine, ha scelto il rito ordinario, attualmente è agli arresti domiciliari, fuori provincia. L’uomo era stato arrestato qualche tempo fa dai carabinieri della stazione di Alife perché ritenuto responsabile dei delitti di cui agli artt. 81, 609 bis e 609 ter c.p. in danno di due sorelle dell’età di anni 7 e 8, all’epoca in cui sono iniziati gli abusi sessuali, figlie della compagna dell’indagato, cui era legato da una relazione sentimentale. Il procedimento penale origina dalla querela sporta dai genitori delle minori. Le bimbe ricostruivano, in maniera precisa e concordante, seppur con notevoli sforzi dovuti alla gravità dei fatti che per la prima volta si trovavano a raccontare per intero, i drammatici abusi sessuali che l’indagato le aveva costrette a subire o compiere nella fascia di età dai 7 ai 10 anni, commessi quando si trovava da solo con le minori, approfittando dell’assenza della madre, la quale riponeva in lui piena fiducia, tanto da affidargli le figlie.

 

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