SANT’ANGELO D’ALIFE (francesco mantovani) – Nevicata del febbraio 2012, nove mesi non bastano al comune per pagare i suoi debiti. Contratti, per altro, con imprenditori locali. Non è questo certo il modo di incentivare l’economia locale. Una pecca che non risparmia nè Crescenzo Di Tommaso – sindaco fino allo scorso agosto -, nè il commissario prefettizio, che da allora guida il paese. La scia delle polemiche legate alle spese sostenute durante l’emergenza neve dello scorso mese di febbraio sembra non arrestarsi. E crea nuove vibranti discussioni. Tante le spese sostenute dall’ente municipale guidato all’epoca da Di Tommaso. Alcune necessarie. Altre letteralmente insensate. E il bello qual è? Il solito ritornello che ha accompagnato due anni di gestione improvvisata della cosa pubblica. Spese insensate liquidate dal Comune in un arco di tempo piuttosto ragionevole; spese necessarie ancora non saldate. Almeno non tutte. Basti pensare a quelle sostenute per l’acquisto del sale necessario per rendere più sicure le strade evitando ai veicoli in transito e alle persone di scivolare. Nel caso specifico, due imprenditori locali ancora attendono di essere pagati per il sale antigelo fornito al comune a costi anche piuttosto convenienti. Siamo alle solite. Come mai un’amministrazione ha trovato la forza (e il coraggio) di spendere soldi pubblici per portare al ristorante i vigili del fuoco chiamati in paese (neanche Sant’Angelo d’Alife fosse Cortina d’Ampezzo) e poi non ha provveduto a saldare conti con chi ha fornito sale antigelo? Misteri della politica. Quella di cui in pochi oggi sentono la mancanza. Piove sul bagnato? No, nevica ancora.
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