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Francolise / Sparanise – Appalti truccati, quelle riunioni nello studio di Consoli: il racconto della collaboratrice di giustizia

Francolise / Sparanise – Una delle figure più importanti nell’ambito dell’inchiesta The Queen sta collaborando con i magistrati rivelando una serie di ulteriori dettagli che vanno a rafforzare il quadro accusatorio. Loredana di Giovanni spiega, fra le altre cose, il ruolo dell’ex consigliere regionale Angelo Consoli che organizzava incontri e riunioni. Di Giovanni, in particolare, nell’interrogatorio del 13 ottobre 2016 descrive una riunione presso lo studio del consigliere regionale Angelo CONSOLI in Francolise a cui ha detto di essere stata presente insieme a Guglielmo LA REGINA e Mario MARTINELLI.
In quella riunione, secondo la collaboratrice, Mario MARTINELLI si soffermò a parlare sul pianerottolo con Guglielmo LA REGINA e, dopo qualche minuto, all’inizio della riunione, si allontanò. Non ho più incontrato CONSOLI dopo tale occasione. Non chiesi a Guglielmo LÀ REGINA perché il ‘MARTINELLI fosse sfato presente, ma capii immediatamente che egli era interessato od eseguire i futuri lavori.
Ho capito che Mario MARTINELLI era interessato alla esecuzione dei lavori in quanto in precedenza, Guglielmo LA REGINA mi aveva detto che Mario MARTINELLI gli aveva presentato alcuni esponenti politici di quell’area territoriale che avrebbero beneficiato dei finanziamenti con cui realizzare l’opera. In sostanza, Guglielmo LA REGINA mi aveva detto che io e lui, come era accaduto anche altre volte, avremmo dovuto predisporre le schede economiche e tecniche da inoltrare in Regione per una sorta di progettazione di massima finalizzata ad ottenere il finanziamento. Questo compito doveva essere da noi svolto senza alcun formale incarico e ciò spiega la ragione per cui sia io che Guglielmo LA REGINA eravamo presenti negli uffici regionali del consigliere CONSOLI e nello studio di costui, allorché si parlava delle iniziative politiche per la realizzazione delle opere. Ovviamente, sia io che Guglielmo LA REGINA non venivamo pagati per questa attività (che era, come ho detto “in nero”), ma Guglielmo confidava nel fatto che se il finanziamento fosse stato accordato, avrebbe ricevuto un formale incarico per una parte essenziale del procedimento, ossia la direzione dei lavori (attraverso un incarico questa volta formale che i Comuni gli avrebbero conferito) oppure l’incarico di redigere la proposta migliorativa da parte dell’impresa designata da lui o dall’ente per vincere l’appalto. Questo era il meccanismo consolidato che muoveva Guglielmo LA REGINA a lavorare dapprima senza alcun incarico verso gli enti locali. Dunque, aveva alcun titolo partecipativo, sì era salutato cordialmente con i presenti (dimostrando quindi di conoscersi bene con i presenti), sicché io ritenni, mettendo insieme tutti questi tasselli e valorizzando ciò che Guglielmo LA REGINA mi aveva detto, che Mano MARTINELLI fosse interessato a realizzare i lavori.
A questo punto i pubblici ministeri della Procura di Napoli chiedono a Di Giovanni se i sindaci dei quattro comuni (Francolise. Alife, Rocca D’Evandro e Calvi Risorta) interessati alla realizzazione dell’opera sapevano dei fatto che Guglielmo LA REGINA e Mario MARTINELLI dovessero poi realizzare i lavori e la direzione dei lavori.
La Di Giovanni risponde esaurientemente precisando che “il modo di lavorare di Guglielmo LA REGINA era proprio questo. Egli si prodigava per la progettazione da presentare in Regione da parte dell’ente, a cui di fatto consegnava il progetto da finanziare, perché in cambio avrebbe dovuto ricevere un’utilità di ogni tipo: poteva essere la direzione dei lavori che gli sarebbe stata affidata con una gara “pilotata”; poteva essere la designazione di una impresa da far vincere per l’esecuzione dei lavori che poi gli avrebbe contento l’incarico di redigere la progettazione per la proposta migliorativa, oppure poteva essere ad esempio, come avvenuto a Riardo, un formale incarico per la progettazione del PUC (PIANO URBANISTICO COMUNALE). In altre parole,” Guglielmo LA REGINA non progettava nulla per l’ente locale se poi non gli veniva data certezza della corresponsione di una di queste utilità.
Preciso che i sindaci dei quattro Comuni (Francolise. Alife, Rocca D’Evandro e Calvi Risorta) ben sapevano fin dall’inizio che io e LA REGINA eravamo stati incaricati di fare da progettisti. Ricordo, in effetti, in occasione del primo incontro all’interno dell’Ufficio di CONSOLI in Regione, che fu lo stesso CONSOLI, alla presenza dei Sindaci interessati e di LA REGINA, che comunicò ai Sindaci stessi che noi avremmo seguito questa progettazione senza alcun formale incarico. Fu poi Guglielmo LA REGINA che come al solito riuscì a “pilotare” la gara in favore di MARTINELLI attraverso i suoi sistemi che poi lo stesso MARTINELLI condivideva.
E’ evidente che solo i Sindaci possono avere trasferito alla struttura amministrativa della stazione appaltante l’intento di LA REGINA di essere ricompensato attraverso l’aggiudicazione di tali gare. Questa è la ragione per cui sostengo che i Sindaci fossero ben consapevoli dell’intera operazione.

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