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Daniele e Giuseppe Leggiero

ALIFE – Omicidio Leggiero, vacilla la tesi difensiva di Daniele: rischia 30 anni di carcere

Alife – L’interrogatorio di garanzia non è servito a chiarire la dinamica della morte dell’imprenditore Giuseppe Leggiero. Il figlio, reo confesso del delitto, ha confermato la sua linea difensiva affermando che avrebbe ferito il padre mortalmente lanciandogli contro una serie di oggetti, fra cui il grosso coltello utilizzato per la lavorazione del formaggio. Una tesi che non ha convinto il Giudice per le indagini preliminari soprattutto alla luce delle prime risultanze delle perizie medico legali sul corpo della vittima. I medici, infatti, avrebbero individuato, oltre alla ferita mortale, una seconda ferita, meno profonda ma inferta sempre nella stessa parte de corpo della vittima. Quasi a dimostrazione di un primo tentativo, da parte dell’aggressore, non andato a buon fine. A questo punto saranno le ulteriori indagini a spiegare se Daniele Leggiero ha inferto due colpi al genitore. Inoltre appare poco probabile che un coltello lanciato da alcuni metri di distanza possa entrare così in profondità e con la precisione necessaria per intaccare organi vitali, come accaduto nell’omicidio di Giuseppe Leggiero.
In sostanza se nel prosieguo dell’indagine dovesse emergere la volontarietà del gesto da parte di Daniele, allora l’indagato rischierebbe una pena pesantissima che potrebbe arrivare fino a 30 anni di carcere. Se invece la difesa riuscirà a far passare la propria linea che punta all’omicidio preterintenzionale (quello commesso «oltre l’intenzione». In poche parole, il colpevole vuole solo picchiare, percuotere o comunque provocare lesioni alla vittima, senza volerlo uccidere: a causa delle ferite, però, il soggetto muore) potrebbe ottenere una pena che potrebbe arrivare massino a 18 anni di carcere.   Al termine dell’interrogatorio di garanzia il gip non ha convalidato il fermo eseguito dai carabinieri nell’immediatezza del delitto (ma questo è un aspetto meramente tecnico-procedurale) disponendo gli arresti domiciliari con il braccialetto elettronico a carico di Daniele Leggiero, 28 anni, reo confesso dell’omicidio del padre, Giuseppe Leggiero.

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