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PASTORANO – Truffava clienti, broker sotto processo

pastorano. Truffarono centinaia di migliaia di euro  a commercianti e imprenditori dell’Agro Caleno, ieri le vittime in aula per essere sentiti dai giudici del tribunale di Santa Maria Capua Vetere, come parti civili.  Le vittime, sette in tutto, hanno detto di essere cadute nello stesso raggiro, di essersi fidati del broker Girolamo Caimano che lavorava per conto del procuratore legale Salvatore D’Ortona, la mente diabolica che ordì la truffa  spacciandosi come legale rappresentante di un’agenzia che faceva da intermediatrice per ottenere fondi dalla comunità europea. I soldi affidati a Caimano e alla sua complice Annamaria De Rosa non hanno mai fruttato un centesimo sparendo nel nulla. D’Ortona intanto per questi fatti è stato processato con giudizio abbreviato davanti al gup di Santa Maria Capua Vetere, venendo condannato a 4 anni e mezzo di reclusione. Per la prossima udienza del 22 novembre dovrà essere sentito proprio D’Ortona, il deus ex machina di tutta l’associazione.
Gli imputati, grazie alla complicità di due compaesani residenti a Bruxelles, facevano arrivare finte lettere dalla commissione europea spillando per ogni intermediazione dai 5mila ai 10mila euro alle loro vittime arrivando a consumare una truffa di circa 500mila euro.
Insieme a Caimano e alla De Rosa sono finiti alla sbarra anche  Vincenzo Caruso  e la moglie Annamaria Perfetto di Vitulazio, ma residenti in Belgio.
Davanti ai giudici della seconda sezione penale, presieduta da Orazio  Rossi, è stato sentito già sentito come testimone il maresciallo Nacca del Comando provinciale della Guardia di Finanza di Caserta che ricostruì
i fatti della delicatissima indagine partita nel 2005. Secondo la ricostruzione degli inquirenti De Rosa, titolare della società Dea sas, si preoccupava di istruire le pratiche per ottenere i finanziamenti della Cee. La stessa aveva dato mandato di procuratore legale a  Salvatore D’Ortona. Questi spacciandosi per avvocato irretiva i clienti presentando loro delle false pratiche. Caimano invece aveva avuto il compito di rastrellare i clienti e di metterli in contatto con la società Dea.
La predetta società istruiva la pratica e la inviava ai coniugi Caruso che abitano a Bruxelles. Questi falsificando timbri e intestazioni mandavano a chiedere altre documentazioni per temporeggiare. Nel frattempo però i clienti dovevano pagare i servizi alla Dea finendo così nell’inganno. maria giovanna pellegrino

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