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ROCCAMONFINA – Calata di Sant’Antonio, dissidi prima della “pace”, trovato l’accordo per la festa

ROCCAMONFINA ( di Antonio Migliozzi ) – E tutti vissero felici e contenti. Potrebbe sembrare il classico finale di una fiaba, invece si tratta della centenaria festa patronale di Roccamonfina denominata “Calata di Sant’Antonio”, laddove la tradizione vuole che l’ultimo martedì di maggio la statua che raffigura Sant’Antonio da Padova viene portata in processione dal Santuario Maria SS dei Lattani fino al centro del comune presso la Chiesa Collegiata Santa Maria Grande. Perché tutti vissero “felici e contenti”? Perché in seguito al Documento Ecclesiale del vescovo S. E. mons. Arturo Aiello firmato il 6 agosto 2016, sulle linee del documento prodotto dalla Conferenza Episcopale Campana in riguardo proprio alle feste popolari, si diceva che le processioni non devono avere una durata superiore alle due ore, che bisogna percorrere le strade principali del paese e nel corso della stessa processione non ci deve fermare. Inoltre, sempre durante la processione, non ci si può fermare per assistere ai fuochi e sono vietati le aste, i gigli e quant’altro del genere. A questo punto una parte dei fedeli roccani hanno iniziato a ribellarsi in quanto, seguendo il documento del vescovo, non si sarebbe più potuto tenere la cosiddetta “ammessa del santo”, ossia la messa l’offerta in danaro di un gruppo di fedeli che aggiudicandosi, previa una regolare asta presso la frazione gallo, la possibilità di portare in spalla la statua del santo. Per queste ragioni da più di un mese si sarebbero succedute una serie di incontri, con il sacerdote, il vescovo, con le istituzioni locali e via dicendo con la speranza di poter raggiungere un compromesso. Alla fine il compromesso c’è stato. La processione ha avuto le sue solite soste per poter dare luogo ai fuochi, così come c’è stata la sosta presso la frazione Gallo ( laddove non c’è stata la tradizionale “ammessa” ma si è comunque data la possibilità di consentire ad un gruppo di fedeli di offrire una somma di danaro per i festeggiamenti religiosi ). Insomma….alla fine “tutti vissero felici e contenti” ed un Evviva Sant’Antonio. In tutto questo c’è stato anche qualcuno che si è dimenticato che la campagna elettorale sarebbe terminata ben due anni fa, approfittando sempre di qualsiasi occasione per mettere su una sorta di comizio. Ma un dato da sottolineare va assolutamente dato, proprio per onore di cronaca. Quest’anno, contrariamente agli anni precedenti, il numero di fedeli è stato notevolmente inferiore al passato. Forse proprio perché molti pensavano che non ci sarebbe stata la “ammessa” del santo e la gara dei fuochi al Gallo, uniche attrazioni per tanti fedeli per la Calata di Sant’Antonio?Malgrado ciò, la processione ha avuto luogo ugualmente, anche se diverse volte le preghiere che si sono recitate lungo il cammino ( questa sì che doveva essere l’unico scopo della processione ) sono state interrotte diverse volte proprio dagli spari dei fuochi. La tradizione popolare continua e continuerà anche negli anni futuri, mentre adesso si attende il ritorno della statua del santo che si terrà nel tardo pomeriggio dell’ultima domenica di agosto, con la “Salita di Sant’Antonio”. E tutti vissero felici e contenti con le proprie famiglie pensando al pranzo della festa e mangiando qualche nocciolina americana la sera mentre in piazza si esibisce un gruppo musicale. Ed il santo? L’immagine del Santo si trova lì, nel suo luogo ideale , all’interno della Chiesa solo e soletto. Evviva Sant’Antonio. Mentre tutti vissero “felici e contenti”.

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