ALVIGNANO – Saranno tre le liste in campo nella sfida per il rinnovo del consiglio comunale di Alvignano. L’amministrazione uscente – quella che non si è dimessa nonostante il ciclone giudiziario che ha scossa il paese portando agli arresti il sindaco, il capo dei vigili urbani e il dirigente dell’ufficio tecnico comunale – ha deciso di puntare sull’imprenditore Massimo Ponticorvo per mantenere il controllo del paese. Nella campagna elettorale appena avviata, però, Ponticorvo e ilo suo gruppo non potranno contare sull’aiuto dell’ex sindaco Angelo Di Costanzo, raggiunto nei giorni scorsi, da una nuova ordinanza che impedisce all’ex fascia tricolore di mettere piede in provincia di Caserta. Punta alla fascia tricolore anche l’ex dirigente scolastico Angelo Marcucci che dopo aver raggiunto la pensione punta a governare il paese. La gestione di un municipio, tuttavia è molto più difficile e complessa rispetto a quella di una scuola dove un preside è – praticamente – padre e padrone. Il terzo aspirante alla fascia tricolore è Mario Martino. Propria la lista guidata da Martino è composta da soli nove consiglieri. Due, infatti, hanno rinunciato alla candidatura – sottoscritta in precedenza – nell’imminenza della presentazione delle liste. Un duro colpo per Martino che non ha avuto il tempo di trovare i sostituti. Appare come un “tradimento” (chiaramente politico) messo in atto da Luigi Rossi e Anna Beatrice Pellone, per creare difficoltà alla lista. Le due rinunce, così come si sono consumate, avrebbero di fatto impedito di raggiungere accordi con altri gruppi”.
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“Le due rinunce […] hanno di fatto impedito di raggiungere accordi con altri gruppi”.
…Appunto, non ci sono né tradimenti, né complotti… il perché ho fatto un passo indietro, Martino Mario, l’ha scritto da solo.
Una politica nuova, innovativa e contro ai “vecchi volponi di sempre” non si crea inserendo figure all’ultimo momento e in parallelo organizzandosi con accordi di mesi fa e sottobanco (“era per preservarti” – diceva). E questa è una chiara dimostrazione. Non siamo merce da compravendita, e non siamo manichini da esporre ad un negozio.
Ho conosciuto Martino il 18 Aprile, ho firmato ammaliato dalla sua “democrazia” la mia disponibilità alla candidatura il 5 maggio e detto il mio NO martedì 9 maggio, firmando la rinuncia nei termini di legge. Pazienza, sono inesperto e lontano dal mondo politico, potevo far prima.
Sono stato preso in giro, minacciato e di seguito chiamato “traditore” con questi articoli, che non sono certo scuse di non aver trovato 12 persone, ma sono solo “armi” di chi cerca di arrivare ad una poltrona del comune a tutti i costi inserendo, con la scusa della democrazia, giovani o professionisti all’ultimo momento pur di tappare buchi nella lista.
Auguro un in bocca al lupo a Martino e al suo staff, sperando che utilizzeranno maniere più “serie ed eleganti” per far campagna elettorale.
Luigi Rossi
Mi aspettavo un comportamento da capolista, chiarendo con un altro articolo il fraintendimento che ci è stato ieri. Ma ho constatato che ora il sig. Martino ha parlato “in terza persona” modificando l’articolo di ieri anziché chiarire “false” dichiarazioni. Si gioca con le parole, ma l’aggettivo “traditrice” però rimane, denotando ancora cattivo gusto e intenzione a proseguire con figuracce di fronte all’intero Paese.
Io mi chiamo Beatrice PeRRone, non PeLLone: Martino o il giornalista che ha corretto l’articolo non conosce neanche il mio cognome, e certamente io non temo di essere riconosciuta.
Oltre a condividere in pieno tutto ciò che ha espresso ieri Luigi Rossi, che può essere messo in discussione o meno, aggiungo una nota dolente e indiscutibile: un capo di una lista civica non può per nessun motivo entrare in ufficio pubblico e urlarmi minacce addosso, facendo scappare i miei clienti in sala di attesa, imbarazzati. E adesso perseverano maniere poco serie ed eleganti per far campagna elettorale, e di questo mi spiace molto.