Ultim'ora

Il broker nell’era del 2.0: a chi affidarsi

(di Alessandro Staffiero) Un’offerta varia e ricca, ce ne è veramente per tutti i gusti come si dice in questi casi. E non si sta parlando di un banco di gelati o similare, bensì di broker, intermediari per investire i propri risparmi. Un cambiamento radicale visto che in passato il broker era una figura facilmente identificabile e anche piuttosto circoscritta: una banca magari o, nell’ipotesi più stravagante, un promotore finanziario specializzato sul tema investimenti.  Oggi con il web che va a cambiare e modificare ogni aspetto della nostra vita, può capitare anche di vedere la proliferazione sul mercato di intermediari virtuali; piattaforme web quando non addirittura robot, software automatizzati che guidano l’utente nell’investimento.  Un iter piuttosto semplice e per chiunque: è sufficiente registrare un account su un sito di un broker online (e in rete ce ne sono veramente tantissimi) per iniziare a sperimentare questo servizio. Per chi fosse alle prime armi, come direbbe qualcuno la domanda potrebbe sorgere spontanea: come scegliere la piattaforma di trading online? Primo, perchè l’offerta come detto è ormai veramente incontrollata. Secondo, perché si parla di soldi; e ancor più nello specifico, di soldi da investire. il che implica sempre e comunque l’idea, neanche troppo nascosta, di andare a ricavare qualche profitto. Chi investe lo fa per guadagnare: che ciò sia un progetto concreto o un miraggio, la realtà dei fatti è comunque questa.    E allora, dicevamo, arriva il momento della scelta e non sappiamo dove guardare: il primo punto da chiarire è che queste piattaforme devono essere rigorosamente gratuite. Nel senso di non prevedere alcuna fee per iscrizione o utilizzo. Ovviamente il broker va a guadagnare sugli investimenti e sugli eventuali introiti guadagnati dall’utente.  Esistono anche piattaforme legate a istituti bancari e che presentano costi fissi quali commissioni di ingresso o sull’eseguito: altri broker vanno invece a guadagnare soltanto sullo spread, quindi il differenziale tra ciò che il trader punta e ciò che effettivamente si mette in tasca in caso di investimento azzeccato: una commissione quindi, né più né meno.  Se poi si devono dare altre indicazioni, meglio optare per piattaforme in lingua italiana: e magari residenti in Italia, con autorizzazione quindi ad operare rilasciata dalla Consob. Al riguardo controllare sempre, prima, se il soggetto scelto abbia l’autorizzazione e tutte le licenze per operare.  Le migliori piattaforme online, quelle più professionali, offrono anche un servizio di trading demo, quindi la possibilità di iniziare a investire con un conto nel quale non siano presenti soldi veri. Un modo per capire come funziona il trading e prendere la mano con la tipologia di strumento.