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SANTA MARIA CAPUA VETERE – Ecco perchè i penalisti italiani stanno ricorrendo allo sciopero delle udienze

SANTA MARIA CAPUA VETERE – Come e’ noto da diversi mesi la nostra classe, quella degli avvocati penalisti d’ Italia, tecnicamente si astiene  dalle udienze ( in pratica, per capirci ) sciopera per periodi a singhiozzo in ottemperanza ai deliberati dell’Unione Camere Penali Italiane ( il nostro Organismo centrale di rappresentanza) ed e’ in stato di agitazione.  La prossima astensione dalle udienze va da domani  2 maggio al  5 maggio 2017 e poi ne seguiranno altre ancora.  Non tutti i cittadini,pero’,conoscono le vere ragioni dell’astensione ( mi riferisco a quelli che operatori di diritto non sono e che,  a volte, mi e’ capitato, di ascoltare da alcuni loro espressioni di disappunto). Ebbene proprio ad essi ( e non solo ad essi  ) va doverosamente spiegato ( mi sia consentito dire ” forse con il cd. contagocce’  ) che sta per entrare in vigore nel nostro Paese una riforma giudiziaria epocale che, definirla ingiusta,  e’ davvero poco e riduttivo.  Innanzitutto va premesso che questa emananda riforma del processo penale, di iniziativa governativa, sta ricorrendo con forza (e inspiegabilmente) all’uso dello strumento della fiducia.  Ma perche’ sta avvenendo tutto cio’?  Perche’ -ci dobbiamo ancora chiedere – bisogna  far approvare questo DDL da parte del Governo non dando  al Parlamento la possibilita’ di un confronto su temi  che incide in profondità sull’intero sistema processuale e sull’intero ordinamento penale ? Onestamente non lo si comprende e non lo comprendiamo !  E non solo ! Certamente non e’ condivisibile questa emananda riforma su punti essenziali in essa contenuti quali ad esempio, tra tanti il tema della prescrizione e l’uso  del cd. processo a distanza.  L’Unione delle Camere Penali Italiane, raccogliendo le voci di dissenso di noi penalisti,  di fronte all’utilizzo davanti alla Camera di questo strumento particolare del ricorso alla fiducia   ( strumento sicuramente poco ortodosso perche’ si sottrae ad ogni confronto tra le parti; voci delle diverse anime ed espressioni del Paese) indice ( ed indirra’ ) correttamente e giustamente scioperi a singhiozzi.  Secondo noi – e lo diciamo con serenita’ – questa riforma  distorce gravemente il modello accusatorio del giusto processo per cui si e’ tanto penati e ” combattuto ” ed essa e’ sicuramente contraria non solo agli interessi e ai diritti dei singoli imputati, ma e’ contraria anche alle legittime aspettative delle persone offese e della intera comunita’. Una comunita’ qual e’ la nostra che esige, in un Paese civile,  qual e’ l’Italia, da un lato che i procedimenti penali abbiano una ragionevole durata di tempo nel loro svolgimento naturale e complessivo e da un altro lato  che la fase dell’accertamento dibattimentale sia posta al centro del processo penale, realizzando i principi del “giusto processo”.  E quando parliamo di “giusto processo” mi riferisco soprattutto ai principi che sono a garanzia ed a  dignità della persona umana che sicuramente non verra’ tutelata una volta entrata in vigore la norma della sua partecipazione a distanza nel processo.  In buona sostanza oggi la partecipazione a distanza, per capirci in video conferenza, e’ prevista solo per le persone detenute in regime del cd. carcere duro, vale  a dire soggette alla previsione dell”art. 41 bis OP. Se entrera’  in vigore questa riforma vi sara’ una estensione di questo principio anche agli imputati che non sono soggetti a questo regime dell’art. 41 bis c.p.. Ecco il primo motivo di disappunto e di dissenso della nostra classe. E poi non e’ assolutamente condivisibile tra l’altro un altro passaggio determinante della riforma : la sospensione della decorrenza dei termini prescrizionali tra la sentenza di primo grado e il giudizio di secondo grado. Questo significherebbe una sola cosa : tenere, per un tempo infinito, una persona imputata sospesa nel “limbo” e sulla graticola dell’attesa di una sentenza di secondo grado in preda ad una parossistica tensione nervosa  e con la mente narcotizzata e segnata dal dolore.  Se dovesse avvenire cio’ la Giustizia perderebbe il suo connotato di umanita’! E cio’ noi operatori del diritto ( ed in particolare noi giuristi cattolici ) non lo possiamo accettare! Avv. Raffaele Gaetano Crisileo