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SANTA MARIA CAPUA VETERE – EMETTEVA FATTURE PER OPERAZIONI INESISTENTI, MAXI SEQUESTRO AI DANNI DI UNA NOTA SOCIETÀ SAMMARITANA

SANTA MARIA CAPUA VETERE – All’esito di una complessa ed articolata attività investigativa, coordinata da questa Procura, nella mattinata odierna, la Compagnia della Guardia di Finanza di Capua sta dando esecuzione ad un provvedimento di sequestro preventivo di circa mezzo milione di euro. Il sequestro è stato disposto dal GIP del Tribunale di SMCV, su richiesta di questa Procura, nei confronti di una società di Santa Maria C.V., e del suo amministratore di fatto per aver emesso fatture per operazioni inesistenti nei confronti di altre due società, a quest’ultimo riconducibili, al solo fine di evadere le imposte sui redditi e sul valore aggiunto. Gli illeciti accertati sono emersi nel contesto della più ampia indagine, denominata “Operazione Campania Felix”, che ha permesso di scoprire un’articolata frode fiscale, a carattere transnazionale, ascrivibile all’imprenditore casertano attraverso l’interposizione fìttizia di società “cartiere”. Le società cartiere sono costruite ad hoc per l’emissione di fatture soggettivamente ed oggettivamente inesistenti, tutte allo stesso riconducibili, operanti nel settore dell’importazione ed esportazione di supporti informatici provenienti dalla Cina e da altri Paesi dell’U.E., con la conseguente evasione di imposte dirette, I.V.A. e diritti SIAE. Nel corso delle indagini stati esaminati i rapporti economici tra 16 società, risultate per lo più “evasori totali’ e gestite da meri prestanomi, che hanno emesso ed utilizzato fatture per operazioni inesistenti per complessivi 52 milioni di euro, con il duplice scopo di creare un fittizio credito IVA interponendosi tra il venditore estero ed il reale destinatario della mercé e, nello stesso tempo, di evadere i diritti SIAE al fine di poter effettuare la rivendita di tali prodotti ad un prezzo fortemente competitivo sul mercato nazionale. Tale modus operandi ha consentito di sottrarre all’Erario oltre 16 milioni di Euro IVA nonché 33 milioni di Euro di diritti SIAE.
Nel dettaglio, i formali rappresentanti delle imprese coinvolte sono stati indotti ad accendere una partita IVA per una propria ditta individuale; in altri casi sono state utilizzate società che, per la loro precaria situazione economico-fmanziaria e debitoria, avrebbero dovuto essere poste in – 2 – liquidazione, ma che, attraverso simulate cessioni di quote a prestanome, ritornavano formalmente in vita, al solo scopo di consentire l’emissione di fatture per operazioni inesistenti da parte delle numerose società -tutte riconducibili all’imprenditore – al solo fine di evadere le imposte o effettuare, solo formalmente, acquisti all’estero. L’operazione ha condotto all’individuazione di una frode per complessivi 117 milioni di euro, con il contestuale deferimento all’A.G. competente di 21 soggetti per i reati di cui agli artt. 2, 4, 5 e 8 del d. Igs. 74/2000 (commessi tra gli anni 2006 e 2012), nonché di sottoporre a sequestro preventivo due unità immobiliari di proprietà dell’indagato ideatore del meccanismo fraudolento, nonché dei conti correnti intestati alla società fino alla concorrenza dell’importo di euro 499.555,00.