SANT’ANGELO D’ALIFE – Appalti per due milioni di euro, il pomo della discordia

SANT’ANGELO D’ALIFE. Lettera aperta dell’ex consigliere di minoranza Giovanni Mastroianni alla redazione di paesenews.it

<<La già elevate temperatura di questo ultimo scorcio agostano ha subìto un ulteriore innalzamento a causa  della crisi politica dell’amministrazione comunale. Il classico temporale di fine estate si è abbattuto rovinosamente sulla politica nostrana spazzando via con otto firme e in pochi minuti la maggioranza che, messa insieme sin dall’inizio col fil di ferro, si reggeva, ultimamente, con i cerotti. Paradossalmente, il “temporale” anziché attenuare la calura l’ha innalzata ancor più anche a causa delle interviste rilasciate dall’ex sindaco da una parte e dai quattro dissidenti dall’altra. Come sempre succede in questi casi in paese non si parla d’altro. Ognuno dà la propria interpretazione ai fatti accaduti. Ciò che più accomuna un po’ tutti è il timore che la gestione commissariale possa arrecare ulteriori danni alla nostra già disastrata comunità. In linea teorica tale pensiero appare corretto e ragionevole, ma a Sant’Angelo vale lo stesso? In termini di costo direi di no poiché gli stipendi e gli  appannaggi vari fino ad ora incassati, debbo dire legittimamente, dall’ex sindaco e dai suoi assessori saranno più che sufficienti per far fronte ai costi commissariali. Per quanto concerne il governo del Paese nel senso più ampio e nobile del termine, mi sento di poter asserire senza smentita che nel corso di questa legislatura nessun atto amministrativo degno di tale nome è stato portato a compimento e peggio ancora non si trova neanche traccia di provvedimenti avviati e proiettati al futuro. Vi assicuro che da consigliere di minoranza ho letto puntualmente tutto quello che mi era consentito di leggere. Nulla, nulla se non l’incremento delle tasse e delle tariffe che puntualmente vedremo nuovamente aumentate da qui a qualche giorno. In sintesi, il governo appena mandato a casa aveva dei costi di stipendio; non governava; gestiva a malapena l’ordinaria amministrazione. Il Commissario sicuramente farà meglio. Poi, salvo complicazioni, ad aprile ci saranno le elezioni. Non mi è mai sfuggito il fatto che nella compagine Di Tommaso ci fossero elementi con  sensibilità diverse che in molte circostanze sono emerse anche chiaramente. Non sono stati pochi i casi in cui l’ex sindaco si è trovato senza i numeri sufficienti per approvare alcune sue discutibilissime iniziative. Vedi il caso Iannarelli. Le cause del fallimento dell’ex fascia tricolore  sono molteplici e vanno ricercate prevalentemente nel sua pseudo leadership. Come diciamo noi santangiolesi,  era entrato in comune di spigolo e poi si era messo di piatto. Aveva assunto negli ultimi tempi atteggiamenti tracotanti e spocchiosi. Si muoveva in buona sostanza come proprietario della cosa pubblica e non da gestore con contratto a tempo determinato (normalmente cinque anni, nel suo caso sfiduciato da otto consiglieri dopo solo due anni e ribadisco che Di Tommaso non si è dimesso, ma è stato mandato a casa!). Dopo il tonfo, con alcune interviste ha tentato di attribuire – come solitamente fa – tutte le colpe della sua debacle ai quattro consiglieri dissidenti che, a suo dire, lo avrebbero abbandonato dopo averli estromessi dalla gestione della nomina di un  tecnico  esterno quale  responsabile dell’omonima area. Area, quest’ultima, che dovrebbe gestire a breve opere pubbliche per circa due milioni di euro ottenuti dal lavoro della precedente amministrazione Bucci. Quanto meno singolare appare poi la vicenda relativa al bando per l’assunzione del tecnico. In un’altra intervista rilasciata, l’ex sindaco forniva  nome e cognome del tecnico che avrebbe ricoperto l’incarico! A bando ancora aperto! Se per caso dovesse partecipare uno dei più famosi architetti italiani, tipo Renzo Piano, sarebbe stato perdente in partenza poiché il nostro ex sindaco in realtà aveva già scelto il suo tecnico di fiducia. Attenzione, a bando ancora aperto. Questa inaudita esternazione genera in me l’idea che qualcuno volesse in qualche modo gestire in maniera poco trasparente l’affaire. Affare da 2 milioni di euro! Circa quattro miliardi  delle vecchie lire! E allora se l’ex sindaco alza sospetti di tal genere sugli altri, a maggior ragione qualche altro potrebbe di rimando rinviare a lui lo stesso sospetto, con l’aggravante che – come detto – il tecnico sarebbe stato uomo di sua esclusiva fiducia. Voglio sperare che né l’uno, né gli altri, covassero in cuor loro tale deprecabilissima idea. Mah…>>

Giovanni Mastroianni