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Sessa Aurunca – Domani 5 consiglieri comunali presenteranno una mozione di sfiducia a Sasso, annuncio in consiglio

Sessa Aurunca di (Tommasina Casale e Giovanna Cestrone) – Mozione di sfiducia al sindaco annunciata in consiglio comunale. Pochi minuti fa, nella civica assise,  la consigliera comunale del circolo Angelo Vassallo, Maria Teresa Sasso, ha letto una dichiarazione politica che annuncia la decisione di presentare una mozione di sfiducia al sindaco dimissionario Silvio Sasso. Mozione che sarà protocollata nella mattinata di domani. Una dichiarazione che arreca le firme oltre della Sasso anche dei consiglieri comunali Mimmo Bevellino, Basilio Vernile, Massimo Schiavone ed Ida Zuccheroso. I sottoscritti Consiglieri comunali, che insieme rappresentano la metà esatta della maggioranza politica emersa dal voto popolare, prendendo atto delle dimissioni protocollate dal Sindaco in data odierna, e delle scarne e poco chiare motivazioni da Lui addotte, intendono assumere in prima persona la responsabilità politica della decisione di porre fine a questa esperienza amministrativa, spiegandone in maniera chiara ed inequivocabile le ragioni politiche – si legge nella dichiarazione – A tal fine ritengono necessario informare il Sindaco, la Giunta, il Consiglio Comunale e la cittadinanza tutta, della loro intenzione di protocollare nella giornata di domani una formale mozione di sfiducia, dalla quale si evincerà che: 1) Lo stile monocratico, ricattatorio, l’arroganza politica con la quale il Sindaco ha agito sin dal giorno del suo insediamento, costituiscono un ostacolo invalicabile al corretto funzionamento della macchina amministrativa nel suo insieme: paralizzando di fatto l’operatività della giunta – formata per altro da persone e professionisti stimatissimi che tuttavia non hanno la forza e la rappresentatività politica necessaria per ben operare nell’attuale contesto; bloccando il lavoro delle commissioni consiliari, e dunque depotenziando fortemente il Consiglio; rendendo oltremodo confusionaria, conflittuale e poco funzionale la riorganizzazione degli uffici; impedendo il raccordo armonico tra organi collegiali del comune. 2) L’opera di emarginazione scientificamente portata avanti nei confronti della metà della maggioranza che i sottoscritti rappresentano – emarginazione dalla compartecipazione ad ogni scelta politico-amministrativa, che si tratti di una variazione di bilancio, del riassetto degli uffici o delle più minute decisioni – è proseguita di pari passo contestualmente alla ricerca del sostegno, continuo ed immancabile, puntualmente corrisposto, da parte di consiglieri comunali e gruppi di potere eletti all’opposizione, contro i quali il Sindaco stesso, la notte della Sua elezione, inveiva scompostamente invitandoli ad andare a casa. Ci riferiamo in particolar modo al consigliere Sciarretta, e al leader della forza politica cui egli fa riferimento, l’ex amministratore Lorenzo Di Iorio, figura ingombrante dei luoghi e della quotidianità amministrativa. 3) Nella situazione data risulta evidentemente impraticabile l’attuazione del programma elettorale, del quale i sottoscritti hanno contribuito in larga parte alla stesura, e che considerano il vincolo fondamentale nei confronti della cittadinanza, oltre che il senso vero del proprio impegno politico quali candidati prima ed eletti poi”. La mozione per essere presentata ha necessità di avere le firme di sei consiglieri comunali. La sesta firma è stata apposta dal consigliere di minoranza  Emilio Pecunioso ma i cinque consiglieri specificano che è solo una questione tecnica e non politica e lo specificano in calce: “per necessità puramente tecnica, che impone la necessità della sottoscrizione della mozione di sfiducia da parte di almeno due quinti dei consiglieri assegnati, nella fattispecie da sei consiglieri comunali, la mozione in questione verrà presentata e sottoscritta anche dal Consigliere Emilio Pecunioso, il quale, sulla base di finalità e valutazioni politiche differenti, ha deciso di concedere a noi sottoscrittori della presente dichiarazione la possibilità di portare pubblicamente in consiglio le ragioni e la responsabilità di questo atto estremo di responsabilità nei confronti della comunità”.

 

 

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