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Riardo – Alberi distrutti nell’oasi Ferrarelle: in cinque sotto processo

Riardo – Ruspe in azione nell’oasi Ferrarelle, continuano a sfilare i testimoni nel processo presso il tribunale di Santa Maria Capua Vetere, per fatti accaduti nel 2011. Sarà il giudice Cesare a scrivere la sentenza sulla vicenda che vede coinvolti i vertici dell’azienda riardese, famosa nel mondo per le sue bollicine. Nell’udienza dello scorso primo febbraio sono stati ascoltati alcuni testimoni dell’accusa, fra loro il consulente della Comunità Montana del Montemaggiore, Enzo Compagnone,  il tecnico comunale di Riardo, Pietro Russo e il maresciallo dei carabinieri – della stazione di Pietramelara – Pasquale Mariano che sequestrò il cantiere e che condusse le indagini sul caso. Hanno risposto alle domande del pubblico ministero e dei difensori degli imputati chiarendo alcuni aspetti della vicenda.
Tutta nasce – secondo l’accusa – da violazione delle norme che proteggono i boschi. Arrivarono i carabinieri che sequestrano il cantiere e denunciarono cinque persone, coinvolte, a vario titolo, nella vicenda: Carlo Pontecorvo in qualità di titolare del fondo; Michele Pontecorvo, in qualità di conduttore del sito; l’architetto Gabriella Frulio, direttrice dei lavori; l’ingegnere Sabina Piras, responsabile della sicurezza; Marco Cascella, titolare della Lande srlm ditta esecutrice dei lavori.
Secondo gli inquirenti, le cinque persone coinvolte nei fatti, si sarebbero rese responsabili – a vario titolo – di violazioni delle norme che regolano la sicurezza sui cantieri e suoi luoghi di lavoro. Inoltre i carabinieri guidati dal maresciallo Pasquale Mariano, hanno contestato l’accusa di violazione dell’articolo 142 del codice penale per violazione di norme ambientali avendo eseguiti lavori in un bosco senza l’autorizzazione della Soprintendenza. Secondo l’accusa gli alberi distrutti sarebbero stati oltre 2mila.
Inoltre, le forze dell’ordine accusano i cinque denunciati di aver violato l’articolo 734 del codice penale, ossia per distruzione o deturpamento di bellezze naturali.
Tutto prende avvio quando per realizzare un condotto fognario le ruspe entrarono in una vasta area boscata, realizzata dalla comunità Montana del Montemaggiore fra il 2006 e il 2007, praticamente nell’area dove poi l’azienda ha realizzato la Masseria delle Sorgenti. Il successivo sopralluogo dei carabinieri ha accertò, sul cantiere, l’assoluta assenza delle norme di sicurezza e la violazione delle norme sui vincoli boschivi. Per queste ragioni scattarono i sigilli al sito con il successivo blocco dei lavori.
Inoltre Ferrarelle, probabilmente per “non perdere tempo” con le autorizzazioni, avrebbe presentato, in comune, una semplice Dia (un documento in cui si comunicava l’avvio dei lavori per la condotta) dove venne indicato un tracciato diverso da quello effettivamente poi realizzato. Il tracciato indicato nella Dia non prevedeva l’invasione del bosco che invece è stato poi venne squarciato dalle ruspe.

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