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Gioia Sannitica – Appalti, tre dipendenti pubblici accusano Raccio e Romano. Sequestrati telefonini e computer

GIOIA SANNITICA  – Appalti e gestione rifiuti nei comuni dell’Alto Casertano e del Matese, altri sindaci e amministratori coinvolti nell’inchiesta condotta dalla Guardia di Finanza di Caserta. Un avviso di garanzia ha raggiunto, nei giorni scorsi, anche  il sindaco di Gioia Sannitica, Michelangelo Raccio e il suo tecnico comunale Antonio Romano. Sono finiti sotto sequestro telefoni cellulari, computer e altre attrezzature elettroniche, in uso ai due indagati. Tutto il materiale sotto sequestro viene analizzato con la massima attenzione dagli inquirenti. Contro gli indagati, ora, ci sono le dichiarazioni di tre dipendenti pubblici, non indagati, che hanno deciso di parlare raccontando alla Procura ogni cosa di loro conoscenza; dichiarazioni che hanno permesso di ricostruire tre anni di «somme urgenze» con le quali sono state evitate le gare a evidenza pubblica, bypassando in tal moto la gara d’appalto e affidando decine di commesse sempre alla stessa azienda. In generale, nell’ambito dei sette comuni oggetto dell’indagine, La Termotetti di Imperadore, si sarebbe accaparrata «somme urgenze» – per circa 700mila euro – che urgenti non erano con commesse superiori alla cifra spartiacque oltre la quale gli enti pubblici dovrebbero far ricorso alla gara d’appalto; il periodo oggetto dell’indagine va da 2013 al 2015.

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3 commenti

  1. AH SE PARLASSERO “TUTTI” I DIPENDENTI PUBBLICI! A COMINCIARE DA QUELLI DI PIEDIMONTE, IN PARTICOLARE QUELLI CHE HANNO RADICATO PER 35 NEI SETTORI TECNICI E SPIEGASSERO PERCHE’ ERANO SEMPRE LORO GLI STESSI BENEFICIARI DI PREMI E ALTRI EMOLUMENTI ECONOMICI,PRIMACON LA DC,E POI CON LA GIUNTA DELL’ORMAI EX EX EX EX EX SINDACO DI CARTONE CAPPELLO. EMOLUMENTI NELL’ORDINE DI DECINE E DECINE DI MILIONI TRA EURO E LIRE, PIU’ TANTA LIBERTA’ DI AZIONE SENZA NESSUN CONTROLLO. OPPURE CHE QUALCHE INQUIRENTE SI PRENDESSE LA BRIGA DI APRIRE I BROGLIACCI DI DELIBERE, DEGLI ULTIMI 10 ANNI SOPRATTUTTO, PER VERIFICARNE I NOMI E MAGARI “INVITARLI” IN QUALCHE UFFICIO DELLA PROCURA ACCOMPAGNANDO TUTTO DA INDAGINI PATRIMONIALI. ANCHE SE OGGI FINGONO DI ESSERE COME TANTI E CERCANO PERSINO DI ABBANDONARE LA NAVE DEI PIRATI) ,DOPO AVER PESATO PIU’ DELL’ONNIPOTENTE CHE STA IN CIELO. SE SUCCEDESSE, UNO SCHIAFFO PER FARLI PARLARE E DUECENTO PER FARLI TACERE.

  2. Non so se è il caso, ma io consiglierei anche di fare verifica dati telematici non solo sui server interni e sugli hard disk personali, ma soprattutto su quelli custoditi come dati cloud.

  3. Pietro Terreni Palermini

    Bravi dipendenti,mandateli in galera