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MARZANO APPIO – Referendum costituzionale, Di Muccio: Renzi è mago Otelma e Boschi è Vanna Marchi

Marzano Appio (di Nicolina Moretta) – Nella Sala Consiliare del Municipio di Marzano Appio si è svolto il convegno: “Legge elettorale e Referendum costituzionale”. Relatore è il professore Pietro Di Muccio de Quattro, direttore emerito del Senato della Repubblica e già deputato al Parlamento, eletto nelle file di Forza Italia.
Data la sua esperienza al senato, cosa c’è davvero dietro questa riforma che vuole abolire più di quaranta articoli della Costituzione Italiana?
C’è un atto di presunzione del presidente Renzi e della ministra Boschi. Quest’atto di presunzione consiste nel ritenere che modificando la Costituzione si possano fare tre cose che sono dichiarate nello stesso disegno di legge e cioè accelerare la produzione di leggi, ridurre i costi della politica e riequilibrare l’assetto costituzionale. Nessuno di questi tre scopi dichiarati è raggiunto dalla riforma, cosicché la riforma è contraddittoria con i presupposti di chi la propone, non di chi si oppone.
Quindi sarebbe un espediente, se così si può dire, per avere maggiore potere?
E’ una riforma sbagliata e pericolosa. Sbagliata perché non si può modificare un terzo della Costituzione. A parte che il senato così com’è sarebbe, diventerebbe un organo che non si sa che cosa sia, né carne né pesce. Non è legislatore, ma è legislatore, non si sa ancora oggi come sarebbe eletto. Ci sono delle norme contraddittorie che sono irrisolvibili allo stato attuale. E la seconda cosa è che la riforma non può essere pregiudicata di per sé, ma deve essere, deve, sottolineo deve, essere giudicata insieme alla legge elettorale. La legge elettorale è già in vigore ed è una legge che non contempla il senato. Quindi il signor Renzi e la signorina Boschi hanno fatto una modifica costituzionale adattandola alla legge elettorale, anziché viceversa. Prima hanno fatto la legge elettorale che non contempla il senato e poi hanno fatto una riforma costituzionale che fa del senato un organo spunto. Il pericolo sta in questo che la legge elettorale insieme con la riforma costituzionale fanno sì che una minoranza di italiani potrà determinare il governo della Nazione. Questo è il contrario della sovranità popolare. E’ contrario alla libertà di scelta dei cittadini ed è contrario al sistema di controllo, che in questo modo il primo ministro sarà pressoché incontrollato.
E certo non volevano questo i Padri della Costituzione. Anzi, volevano evitare questo pericolo.
Sì, i Padri Costituenti venivano dal Paese distrutto dalla guerra e quindi volevano un sistema equilibrato, in cui nessuno riuscisse a prevalere a danno degli altri.
Il convegno è aperto dall’intervento del sindaco Eugenio Ferrucci che nell’accogliere l’ospite rileva l’assenza dei politici locali che pure erano stati invitati e che evidentemente non hanno interesse per il tema proposto. Manifesta apertamente di essere per le ragioni del “sì”. Parla del quesito referendario che, più che affrontare il tema della riforma vuole valutare chi lo propone e continua: “Io voglio dare fiducia a Renzi, però, voglio pure auspicare un impegno per una politica reale per il Paese e  anche per i piccoli centri ridotti in miseria con comunità che soffrono”.
Di Muccio riporta subito le parole del presidente del consiglio che ha definito “accozzaglia” quanti dissentono dalla sua idea del sì e manifesta quanto sia disdicevole sentire un presidente del consiglio usare questi termini e aggiunge: “Se le persone che votano per il no vengono definite “accozzaglia”, io dico che lui è il mago Otelma e la signorina Boschi la Vanna Marchi”.
Segue l’intervento del già sindaco di Marzano Appio, Giovanni Battista De Cesare, che ricorda lo spessore, l’esperienza e l’umanità dei Padri della Costituzione, con alcuni dei quali aveva avuto anche modo di incontrarsi.
Prende la parola l’ex preside Carmine Lepore che discute con l’onorevole sulle contraddizioni in seno a Forza Italia rispetto alle riforme che oggi si vogliono fare. Infine prende la parola dal pubblico un giovane avvocato di nome Raffaele Caldarone che sostanzialmente rivolto all’on. Di Muccio, chiede: “Il primo articolo della Costituzione Italiana dice che viviamo in una repubblica fondata sul lavoro e viviamo in una nazione dove non c’è lavoro. Il terzo articolo della Costituzione Italiana dice che siamo tutti uguali e in Italia non c’è uguaglianza. Vinca il sì o vinca il no, cosa cambierà per gli italiani?”
Peccato, l’onorevole Di Muccio non risponde, si alza dal tavolo del convegno e si avvia verso la porta.

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